La realtà virtuale è considerata alienante? Un like non rimpiazza un abbraccio o una pacca sulla spalla? Una scienziata intravede una soluzione con la proposta di un giubbotto tecnologico che abbatta i confini dello schermo. Like-a-hug, è il bizzarro prototipo di giubbotto smanicato realizzato da Melissa Kit Chow, artista e tecnologa appartenente al Media Lab’s Tangible Media Group del prestigioso MIT che si gonfia, simulando un caldo abbraccio, ogni qualvolta riceviamo un like attraverso la nostra piattaforma sociale.
L’idea è molto semplice e prevede anche un interazione da chi riceve l’abbraccio virtuale, che può sgonfiare il giubbotto in segno di risposta. Like-a-hug, provoca e gioca con la particolare affezione contemporanea nei confronti dei social network e della realtà virtuale, sempre più onnipresente e interconnessa. Anche se l’inventrice appartiene ad una schiera di fanatici dell’hi-tech, non è improbabile pensare che quando anche il più fanatico dei geek indosserà il giubbotto, non potrà avvertire la differenza con un vero abbraccio umano.
L’intero progetto suona attualmente come una provocazione ben studiata e visionaria. Tra gli altri tentativi precedenti di abbattere la distanza tra macchine ricordiamo per esempio Olly, un cubotto bianco che emette una nuvola di profumo quando vieni commentato, menzionato o notificato dal social network.