La cultura underground ha raccontato prima di tutti i cambiamenti nell’immaginario sessuale, tracciandone sfumature sottili tra generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali – eterosessualità, omosessualità e bisessualità – come li abbiamo ritrovati nei film d’essai, nei b movies, nella pornografia, con un linguaggio spesso sospeso tra brutalità e dolcezza. Inaugura il prossimo 20 ottobre alle 18.00, nelle sedi espositive della Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini, la mostra “Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities“, a cura di Lorenzo Fusi, curatore della Biennale di Liverpool. Organizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, e in partnership con Gender Bender, il festival che presenta la nuova estetica della cultura contemporanea legata al cambiamento del corpo e all’orientamento sessuale.
Nelle visioni di Peter Hujar, Mark Morrisroe, Jack Smith, i tre artisti riuniti nella mostra, si ritrova il difficile lavoro di descrizione della differenza, mentre essa cambia ancora sotto i nostri occhi. Muovendosi tra diversi medium, per Hujar si tratta di foto in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo e gli intensi ritratti di David Wojnarowicz (fotografo e scrittore americano, morto di AIDS a 37 anni, nel 1982), mentre per Smith di film e immagini presentate nella forma dello slide-show e per Mark Morrisroe di fotografie e performance tra 240 lavori.
E’ importante fare un passo indietro nella storia per capire il seme del lavoro dei tre artisti, che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. Siamo in America, ma non quella libertina odierna. New York è la metropoli dove il riconoscimento dei diritti civili da parte dell’amministrazione Reagan è ancora lontano. Gli artisti elaborano quindi un proprio codice di rappresentazione dall’interno, in attesa che la società riconosca loro un’estetica e un ruolo. Nascerà uno stile sempre sospeso tra ironia ed eccesso, divenuto poi consapevolezza e manifesto esistenziale e confluito nel materiale della mostra, mix interessante di trash e raffinatezza, poesia e dolore, passato e presente.
Foto: Jack Smith, Untitled, c.1958-1962/2011 Black and white gelatin silver print 10 x 8 inches (25.4 x 20.3 cm) 13 x 11 1/2 x 1 3/8 inches (33 x 29.2 x 3.5 cm) framed Copyright Jack Smith, Archive Courtesy Gladstone