HAL 9000 è il nome del cervello artificiale comparso nel film “2001 Odissea nello Spazio“ di Stanley Kubrick, intelligenza suprema che governa l’astronave in orbita in ogni sua componente. Da questa suggestione nasce la mostra HAL 9000 di Stefano D’Amadio, testimonianza del lavoro nei laboratori italiani di Thales Alenia Space leader europeo nei sistemi satellitari ad alta prestazione sia nel settore civile sia nella difesa e protagonista principale nelle infrastrutture orbitali. La mostra, a cura di Daria Battilana e Fabio Severo, inaugura venerdì 28 settembre a Roma presso gli spazi di B
La società Thales Alenia Space impiega 7.200 dipendenti in siti industriali distribuiti in Francia, Italia, Spagna, Belgio e Germania. Il luogo avveniristico dove si costruiscono tutte le componenti necessarie ad un lancio nello spazio e dove il lavoro quotidiano sembra trarre ispirazione da un set di un film di fantascienza. Camere pulite dove si limitano le impurità a 100 mila particelle al metro cubo, temperature controllate, non si usa carta ma solo computer, ogni circuito viene testato in condizioni di vuoto, shock acustici e vibrazioni estreme.
E’ qui che lavorano e vivono gli uomini e le donne che si dedicano a costruire tutto ciò che poi viene messo in orbita. Stefano D’Amadio si addentra in questi circuiti, fotografa, documenta e torna indietro a raccontare l’esperienza. Ma non prima di calarsi un po’ nel lavoro dei numerosi ingegneri di Thales Alenia Space, indossando la divisa. Tuta, cuffia e sovrascarpe, e la fabbrica spaziale in un click.