I vetri a puntini e a strisce fanno parte di una piccola serie presentata nel 1937 all'Esposizione Universale di Parigi ed esposta l'anno seguente alla XXI Biennale di Venezia.
Ritratto di Carlo Scarpa nella fornace, presente nell'allestimento della mostra ospitata nel nuovo polo espositivo "Le Stanze del Vetro".
Alla serie dei vetri a macchie appartengono coppe e piatti in vetro trasparente incolore o colorato, spesso fortemente iridato, decorati da motivi astratti (macchie, cerchi irregolari, puntini) in vetro trasparente colorato.
Ritratto di Carlo Scarpa nello studio di Asolo.
I vetri corrosi furono presentati nel 1936 alla VI Triennale di Milano e alla XX Biennale di Venezia. I corrosi si distinguono per la caratteristica superficie scabra dovuta all'aggressione dell'acido fluoridrico e solforico in soluzione. Per questi vasi Scarpa scelse soprattutto colori delicati, come l'acquamare, l'ametista, il fumè, il pagliesco, il corniola.
Le murrine romane nacquero da una collaborazione tra Carlo Scarpa e Paolo Venini il quale volle realizzare una nuova serie di vetri prendendo spunto dalle antiche murrine appartenenti alla sua collezione. Per l'esecuzione di questi straordinari pezzi venne ripresa la tecnica utilizzata a Murano alla fine dell'Ottocento e all'inizio del secolo successivo.
I vetri a fili e a fasce si distinguono per il caratteristico decoro policromo, ottenuto da un regolare disporsi di filamenti vitrei intorno alla parete dell'oggetto. Questa serie fu presentata a Venezia nel 1942.
Alla serie dei vetri a macchie appartengono coppe e piatti in vetro trasparente incolore o colorato, spesso fortemente iridato, decorati da motivi astratti (macchie, cerchi irregolari, puntini) in vetro trasparente colorato.
I vetri sommersi furono presentati alla XIX Biennale di Venezia (1934). Sono vetri di grosso spessore ottenuti dalla sovrapposizione di più strati di vetro trasparente e colorato.
Le murrine romane nacquero da una collaborazione tra Carlo Scarpa e Paolo Venini il quale volle realizzare una nuova serie di vetri prendendo spunto dalle antiche murrine appartenenti alla sua collezione. Per l'esecuzione di questi straordinari pezzi venne ripresa la tecnica utilizzata a Murano alla fine dell'Ottocento e all'inizio del secolo successivo.
Murrine opache: per la realizzazione di queste particolari Murrine, Scarpa rielaborò quelle stessa tecnica da lui già sperimentata insieme a Paolo Venini nel 1936. Questa consisteva nell'accostare a freddo sezioni di canne vitree policrome che venivano successivamente unite insieme nel forno.
Le murrine romane nacquero da una collaborazione tra Carlo Scarpa e Paolo Venini il quale volle realizzare una nuova serie di vetri prendendo spunto dalle antiche murrine appartenenti alla sua collezione. Per l'esecuzione di questi straordinari pezzi venne ripresa la tecnica utilizzata a Murano alla fine dell'Ottocento e all'inizio del secolo successivo.
I variegati sono vetri trasparenti caratterizzati da sottili striature vitree irregolari, generalmente dai toni autunnali, che avvolgono la superficie del vaso.
I velati presentano una tipica superficie rifinita a freddo da lievi molature. Questo "decoro" dà all'oggetto una caratteristica satinatura per la quale sulle pagine delle pubblicazioni d'epoca essi furono denominati vetri appannati.
I rigati e i tessuti possono essere considerati un'interpretazione originale di Carlo Scarpa della tecnica del vetro a canne come la filigrana. Essi infatti devono la loro peculiarità alle sottili canne di vetro multicolori di cui sono composti.
Fino al 29 Novembre sarà possibile visitare la rassegna dedicata a Carlo Scarpa, architetto veneziano che ha dato un’impronta diversa all’artigianato muranese. La mostra presenta oltre 300 opere realizzate nel periodo in cui Scarpa ha lavorato come direttore artistico della Vetreria Venini, lasciando un segno indelebile sulla produzione del vetro.
Si parla della Mostra di Carlo Scarpa a Venezia anche su TURISMO.IT
“Venezia e l’Alchimista del vetro“