Arriva al Lido in canotta e jeans, un look molto rock che esalta la sua anima sportiva. Ma poi
si concede ai giornalisti in un impeccabile tailleur pantalone bianco. Kate
Hudson presenta a Venezia la pellicola “The Reluctant Fundamentalist” di Mira Nair che tratta temi quali il
terrorismo islamico, il rapporto tra Occidente e Medio Oriente e la
minaccia della guerra. L’attrcie si racconta ai nostri microfoni. “Ho perso
peso in palestra. Mi piace ogni genere di attività fisica: faccio danza, spinning, persino kickboxing con mio
figlio. Ci siamo iscritti a dei corsi insieme. Me lo metto sulle spalle tutte le
volte”.
Madre di due figli, un bambino di otto anni e un neonato di tredici mesi: “Sono
al centro di ogni cosa e di ogni singola scelta lavorativa. Tutte le volte che
accetto un nuovo ruolo, penso a quanto dovrò stare lontana dalla mia famiglia.
Per questo il regista è diventato l’elemento più importante per me. Più vado
avanti nella carriera, più mi rendo conto che voglio solo lavorare con veri
artisti”.
In The Reluctant Fundamentalist interpreti un’artista. Che rapporto hai con il mondo dell’arte? Nella tua vita
hai mai provato a dipingere o creare installazioni?
Ti dirò, non potrei mai essere un’artista nel senso di creare qualcosa da
mostrare al pubblico come oggetto di valore. Piuttosto, adoro il fai-da-te:
potrei costruire un tavolo a mosaico senza problemi, oppure mettere il parquet
e persino comporre biglietti d’auguri. A volte ho anche creato gioielli. Sono
lavori che mi rilassano, è come fare meditazione. Non credo, però, di avere il
talento di artista, a meno che non si tratti di recitazione o danza.
Quindi i tuoi familiari aspettano sempre te per dipingere o risolvere i piccoli problemi di casa?
Proprio così, tocca sempre a me. Amo dipingere i muri: quando ero incinta
passavo così le mie giornate.
Dicevi di amare la danza…
Sì, l’ho studiata per anni. Ho praticato il balletto perché mia madre ha
insistito tanto. Recentemente anche il jazz lirico.
E per quanto riguarda lo sport, si dice che sei una calciatrice mancata…
Ho giocato a calcio per anni. Mi piaceva, ma non sentivo dentro di me che avrei
fatto sul serio, sebbene mio padre continuasse a incoraggiarmi dicendo che
sarei stata un’ottima giocatrice.
Nel film ti vediamo crollare in lacrime. E’ più difficile immergerti in questi ruoli oppure girare una commedia
romantica?
Credo che sia più difficile trovare una commedia speciale che accettare un ruolo
provocatorio. Quando recito in una commedia, leggo una battuta ed esito, ci
penso tanto prima di trovare la maniera giusta di pronunciarla. Attualmente
sono ancora aperta a girare commedie.
Il poster che ti ritrae in Quasi famosi è un vero e proprio oggetto di culto del cinema. Quali poster avevi in camera tua quando eri una
teenager?
Kiefer Sutherland in Ragazzi perduti. Quel film per me è un cult. E poi avevo Top Gun.
Ti piaceva Tom Cruise?
A dirti la verità preferivo Val Kilmer e il suo Iceman. Non so, guardavo quegli
omoni belli che pilotavano gli aerei. Per me erano un po’ come dei supereroi.