Fine agosto, tempo di vacanze finite? No, è il tempo di Venezia, quello che soffia sul red carpet delle star del cinema. Quello che spazza via – o vorrebbe farlo quest’anno – il senso della separatezza culturale di chi ha scelto l’arte come vocazione di vita, etica ed estetica in uno stesso guizzo di eroismo, quello che David Chipperfield ha riassunto nel suo “Common Ground”, titolo della 13ma Mostra Internazionale dell’Architettura che prenderà il via domani 29 agosto. Andare oltre le evidenti contrapposizioni e riposare in un fondo comune di possibili connessioni emergenti a cui far recapitare tutti i linguaggi architettonici, è in estrema sintesi il messaggio che il Direttore della Biennale Architettura ha voluto dare all’evento targato 2012. Cosa hanno in comune – viene da chiedersi – l’ardito palazzo “The Shard” che ha stravolto lo skyline di Londra sotto l’egida di Renzo Piano, e la Vetreria Venini dove l’estro di Carlo Scarpa diventa il focus di una mostra curata da Marino Barovier con ben 300 opere passate in rassegna? Venezia contiene la risposta, perché nell’appariscente caos mediatizzato che i giorni della Biennale, e del Festival del Cinema ancor di più, profondono è ancora possibile trovare l’essenza dell’arte: che sia visiva, architettonica o di celluloide.
In questo percorso è facile disorientarsi ma, ispirati dal Common Ground che sostiene le nostri intenzioni artistiche, impariamo le cinque regole d’oro per non perdersi nulla dell’indispensabile durante i giorni della Biennale. Sono cinque, infatti, i luoghi da tenere a mente. E il viaggio inizia con il Padiglione Centrale che di strada ne ha fatta da quando, con il nome di “ProArte”, ospitava nel lontano 1894 la prima Biennale. Attorno a questa struttura polifunzionale ruotano oggi tutti gli altri padiglioni nei Giardini e l’allestimento dei suoi spazi porta la firma di artisti come Massimo Bartolini a cui si deve l’Area Educational “Sala F”, Rirkrit Tiravanija per il Bookstore, Tobias Rehberger per la Caffetteria “Was du liebst, bringt dich auch zum Weinen”. Siamo nel margine orientale di Venezia e i Giardini sono quelli realizzati da Napoleone agli inizi dell’Ottocento, che oggi ospitano – oltre a il Padiglione Centrale – 29 padiglioni di paesi stranieri, alcuni vere e proprie opere d’arte (e queste sono la nostra terza tappa). Creatura del maestro della “Secessione” Josef Hoffmann è, ad esempio, il padiglione dell’Austria, mentre quello dell’Olanda è frutto dell’estro stile De Stijl di Gerrit Thomas Rietveld, riconoscibile dal rigore dei rapporti geometrici sui quali è basata la struttura a forma di quadrato.
Quarta tappa è l’Arsenale, il più vasto centro produttivo d’epoca preindustriale e simbolo della potenza economica, politica e militare di Venezia ai tempi della Serenissima. Qui sono concentrati alcuni degli edifici più importanti costruiti a partire dal ‘400: Corderie, Artiglierie, Tese del Cinquecento, Tese dell’Isolotto. La prima volta che la Biennale ha utilizzato l’Arsenale in occasione della Mostra Internazionale di Architettura risale al 1980 quando il curatore di allora Paolo Portoghesi volle allestire la Strada Novissima alle Corderie, inaugurando una lunga serie di interventi per integrare la bellezza del luogo con la malleabilità prestante dei progetti artistici. Rientra in quest’area di grande ispirazione per artisti e architetti partecipanti alle esposizioni, il Giardino delle Vergini dove negli anni hanno trovato spazio suggestive installazioni paesaggistiche. In questo giardino, tra l’altro, ha sede il Padiglione Italia (ultima tappa) che ospita la partecipazione italiana curata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali alle mostre di Arti Visive e Architettura.
Può essere utile ricordare che anche per questa edizione è disponibile la Biennale Card, valido strumento messo a disposizione degli appassionati, che consente non solo di usufruire di agevolazioni, ma anche di sostenere la causa dell’Arte con la A maiuscola, in quanto il ricavato delle vendite è interamente destinato al sostegno delle attività dell’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee. Si può spendere dai 60 ai 400 euro in base al “peso” della Card prescelta (Silver, Gold o Platinum Card). Ulteriori informazioni sul sito della Biennale: http://www.labiennale.org
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