Dimenticate il ragazzetto romantico e un po’ scapestrato di “Notte prima degli esami”, il ‘fidanzato d’Italia’, tanto amato dalle teen ager, sta crescendo. E lo fa mordendo la vita come fosse un frutto succoso, dalla polpa forse zuccherosa o forse amara. Non importa, Nicolas Vaporidis decide di scommettere, di rischiare, di fare un salto nel buio… o forse, tra le stelle.
Dopo una serie di film che la stampa ha definito ‘tutti uguali’ (critiche che non scalfiggono il giovane attore italiano), Nicolas decide di produrre il film di cui sarà anche protagonista “È il primo film che produco e quindi il primo tentativo di fare qualcosa di mio, è un modo per cercare di uscire da un sistema nel quale ti fanno fare solo ciò che funziona, o meglio, che credano funzioni. E’ un tentativo coraggioso, perché rischio davvero tutto, ma se dovessi cadere questa volta, sarò comunque felice, perché sono caduto io, è un’assunzione di responsabilità totale”.
E totale è il tuo impegno nel film…
”Assolutamente, a 360°, è un’esperienza incredibile, mi occupo delle riprese, della scenografia, della sceneggiatura, insomma collaboro totalmente con tutto il team”.
Hai collaborato anche alla stesura della sceneggiatura?
”Solo per poche cose, è stata scritta un anno e mezzo fa da Edoardo Falcone, Andrea Bassi e Massimiliano Bruno, ed è presa da uno spettacolo teatrale di quest’ultimo, dal titolo “Inter-rail” che nella versione cinematografica diventa “Tutto l’amore del mondo”. E’ una storia d’amore tra due persone completamente diverse che s’incontrano durante un viaggio e sarà proprio questa esperienza in giro per l’Europa che farà capire ai due, quanto in realtà i loro mondi siano simili”.
E’ il viaggio, quindi, la chiave di tutto.
”Si, sono sempre stato convinto che quando si viaggia si è realmente se stessi, perché in quei momenti il tuo background non conta, perché non hai gli occhi della tua famiglia e degli amici addosso, ci si libera da quei valori morali, a volte opprimenti, che viviamo nella vita quotidiana.”
Parlaci del tuo personaggio e degli altri che lo accompagnano in questo ‘viaggio rivelazione’
Dunque io, e quindi Matteo nel film, è un ragazzo cinico, indurito dalla vita, vive solo di viaggi così come ha fatto in passato suo padre abbandonando la famiglia, non sa amare, non ha fiducia, è eternamente in fuga, ma non è una colpa, è un modo di essere. La protagonista femminile è Anna Morario, il suo, al contrario, è un personaggio che vive di regole, di consuetudini, di valori morali, di un matrimonio combinato, di una vita già scritta. Nel viaggio siamo accompagnati da due amici, Alessandro Roia per me e Myriam Catania per lei, che in realtà sono due ‘scoppiati’ fanno da contrappeso alle nostre debolezze”.
Dunque, viene commissionata una guida turistica sulle città più romantiche d’Europa (e da qui il titolo “Tutto l’amore del mondo”) ad un ragazzo cinico che di amore non ne sa nulla…
Esatto. Lui che di guide turistiche ha fatto solo quelle tecniche, non è un romantico anche perché avendo viaggiato e visto realmente cosa c’è nel mondo, è smaliziato, non crede neanche nella dolcezza, a lui basta se stesso, ma poi capirà che la felicità non è vivere da solo, ma vivere insieme. L’uomo è un animale sociale, e amare è bello se trovi la persona giusta, poi magari non è per sempre, ma non è importante, qui non si parla di eternità, ma di amore vero, forte, passionale.
Ti ritrovi nel personaggio che interpreti?
Si, tantissimo. E’ il personaggio che mi somiglia di più in assoluto, nel modo di fare, di essere, le ansie, le paure, ma in realtà tutti i personaggi di questo film mi somigliano. In ognuno di loro c’è un po’ di me.
Il ruolo di ‘fidanzatino d’Italia’ inizia a pesarti?
”Intanto questa è una storia per la mia generazione, quindi trentenne e non ventenne, in questo film racconto di ragazzi che hanno ancora bisogno di tempo per capire cosa saranno e faranno da adulti Il ruolo di cui parli è nato per fortuna o per colpa di “Notte prima degli esami”, va bene, ma io cresco e con me i miei desideri, la mia percezione delle cose”.
Il regista, Riccardo Grandi, è giovane e alla sua prima esperienza di lungometraggio. Funzionate sul set?
”Assolutamente! Abbiamo un ottimo rapporto, ma con tutta la squadra, sono tutti capaci ed entusiasti, ogni singola persona di ogni reparto è fantastica. D’altronde è il gruppo che fa il film, non esiste il singolo, e se la squadra non è motivata, se non c’è passione, è poi difficile trasmetterla nel film. Dall’attrezzista al runner, dal trucco al parrucco, passando per aiuti regista ed elettricisti: tutti sono indispensabili. Senza di loro non avremmo fatto il film”.
Chi altro fa parte del cast?
I grandi Montesano e Sergio Rubini, ma anche il meno noto Alessandro Mandarino, cantante che a volte si esibisce a ‘Parla con me’ da Serena Dandini che nel film ha anche un ruolo, l’ho ascoltato, mi sono innamorato delle sue canzoni e l’ho voluto nel cast.
Hai studiato recitazione o sei autodidatta?
Ho studiato teatro, ma il lavoro del cinema l’ho imparato sul set, è talmente soggettiva l’arte, le cose si scoprono, s’imparano con l’esperienza, che vale più di qualunque altra scuola.
Da chi vorresti farti dirigere?
Da Paolo Sorrentino
Quanto è cambiata la tua vita dopo il primo ciak
Molto, ora produco un film! A parte questo, la vita cambia se tu vuoi cambiarla, piuttosto cambia l’atteggiamento che gli altri hanno nei tuoi confronti. Cambia il fatto che sei giudicato da una marea di persone che non conosci, la mia priorità è fare questo lavoro, tutti gli effetti collaterali che comporta stanno lì, li affronti, gli dai più o meno peso, impari a non considerarli più, a non vederli e ti vivi la vita bene, impari ad essere più riservato, a ritagliarti spazi più intimi.
Il tuo sogno…
Ho tanti sogni, per esempio continuare a fare questo lavoro, come voglio io, come ancora non ho avuto la possibilità di fare. Questo film è il primo passo, ma non è ancora ciò che voglio: per raggiungere il traguardo devi partire, e ora sto partendo. E’ una fortuna immensa avere questa opportunità e sono particolarmente concentrato, ho una gran voglia di raccontare storie mie, ma che appartengano al mio gusto, alla mia fantasia, al mio sentire, non al mio background.Questo è un inizio, e credo sia un buon inizio.
Progetti futuri?
Faccio una cosa per volta, ho imparato anche questo.
Incrociamo le dita, allora, per questo ragazzo che sta uscendo dal guscio protettivo della giovinezza e inizia a muovere i primi passi nel mondo degli adulti e che il salto… sia tra le stelle.
Nelle sale febbraio 2010.