Il vento di entusiasmo che ha investito gli Stati Uniti a seguito dell’elezione del 44° Presidente. ha invaso anche le passerelle delle griffe romane. Obama ispira le collezioni alta moda dedicate alla Primavera/Estate 2009. E così, Guillermo Mariotto per Gattinoni ha dipinto il profilo di Barack su un caftano, Sarli pensa alla first lady e le dedica un lungo in tulle, Balestra, invece, crea abiti floreali stile Hawaii. Ma non tutti sono dello stesso avviso: Camillo Bona, che ha sfilato ieri sera festeggiando i trent’anni di carriera, trova sia kitsch stampare la faccia di Barack Obama su un vestito, oltre che essere una semplice manovra per conquistare i media.
Presidente a parte, questa edizione di AltaRoma è come se avesse un doppio volto: sono molte le griffe ‘clandestine’ che non sfilano all’interno del calendario e che hanno tutta l’intenzione di fare concorrenza alla kermesse istituzionale. Tra gli esclusi, Yulia Yanina e la sua imponente collezione fatta di chiffon e tessuti preziosi, Marco Coretti che ha presentato un’installazione – antologia dei suoi modelli più interessanti, Raffaella Curiel che sfilerà in giornata all’Hotel d’Inghilterra, la giovane griffe Tilù che sfilerà domenica sera e Rami Al Ali in scena martedì.
Questa mattina ad aprire le sfilate sono state le atmosfere calde del Marocco e le architetture moresche a cui si è ispirato Fausto Sarli. Magia di colori e seduzione per completi da giorno in crepe double, gonne volants, abiti asimmetrici. Tailleur e bustini ricamati con pietre dure dai colori della terra. Per il cocktail gli abiti sono in macramè e i bustier a ruota. La sera, la donna Sarli, si trasforma in una principessa avvolta in abiti vaporosi di chiffon e organza. E poi, il capo simbolo della collezione (foto) dedicato a Michelle Obama: lungo, termina in una coda, in organza rosa del deserto, con gonna-scultura ricca di volute e plisse’ che richiamano le stratificazioni del minerale e corpetto drappeggiato e ricamato con 300 cristalli grezzi. Ad indossarlo, la top model di colore Yasmin Warsame.
In scena, per la prima volta ad AltaRoma, la stilista vietnamita Minh Hanh. Lei s’ispira alle giovani donne delle tribù del Vietnam Settentrionale, custodi di tradizioni e riti antichi. I tessuti utilizzati sono quelli delle minoranze etniche, fatti a mano e colorati con tinte di origine vegetale che Hanh impreziosisce con ricami e perline di vetro colorate. I colori sono splendenti e richiamano quelli della montagna: rosso scarlatto e brillante, blu scuro, verde smeraldo, nero. I disegni evocano i simboli vitali delle popolazioni del Vietnam del nord: sole, luna, animali. Gli abiti si accostano dolcemente al corpo, sono lineari, sia lunghi che corti, gli accessori come collane, bracciali ma anche i monili per capelli, sono realizzati in osso. A chiudere lo show l’Ao Dai, l’abito tradizionale di estrema femminilità formato da una casacca lunga con profondi spacchi laterali indossata con pantaloni larghi.