I tagli alla cultura e all’educazione sono stati tra i motivi scatenanti di mobilitazioni studentesche e manifestazioni di piazza come non succedeva da decenni. Su questi eventi vuole riflettere la mostra ‘Signs of Protest – From Page to Street’ di Adelita Husni-Bey, a cura di Marcello Smarrelli e realizzato in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cerere e Civita nell’ambito del programma di residenze 6ARTISTA. Classe 1985, l’italo-libica Adelita Husni-Bey emerge in quanto artista che non si limita a ‘produrre’, ma prende parte attivamente alla società e ai suoi bisogni, necessità, temi. Con questa prerogativa, la giovane presenta la sua chiara posizione nei confronti dei tagli alla cultura, e, concentrandosi su testi filosofici e teorici, inserisce in alcuni volumi dell’archivio degli Incontri Internazionali dieci disegni. Tali disegni, realizzati ad inchiostro su carta trasparente, ritraggono dieci scene che rappresentano azioni di protesta svoltesi in tempi recenti, e interrompono il flusso della lettura del volume interagendo su un piano più ‘attivo’ di quello privato e personale consono a tali libri. Efficace il fattore ‘invisibilità’: gli studiosi che consultano i testi della biblioteca potrebbero improvvisamente trovarsi di fronte a questa interruzione artistica promotrice di un pensiero attivo.
Presso Palazzo Taverna di Roma, dal 14 giugno al 30 settembre, il progetto dell’artista italo-libica fa parte del ciclo di interventi site specific, avviato nel 2001, che si succedono sul soffitto della Biblioteca degli Incontri Internazionali d’Arte, nella sede storica dell’associazione a Palazzo Taverna.
L’arte attiva di Adelina Husni-Bey
Presso palazzo Taverna di Roma, l’originale progetto artistico ‘Signs of Protest – From Page to Street’ prende spunto dalle recenti proteste studentesche
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