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Una fiaba meravigliosa: le Sorelle Fontana

Dall’intraprendenza e il talento di tre giovani sarte nasce la pietra miliare dell’Alta Moda italiana, l’Atelier Fontana

Micol Fontana con Ava Gardner
AP

Tra le loro mani ha preso vita il Made in Italy: le Sorelle Fontana non sono solo un’icona indelebile della moda italiana, ma il florido terreno su cui l’eccellenza nostrana ha potuto piantare radici fino a svilupparsi tanto maestosa. L’Alta Moda nasce nel loro atelier, grazie all’intraprendenza di tre sorelle prospere di creatività e talento.

La loro storia affascina ancora oggi, in un momento in cui essere giovani, volenterosi, creativi e intraprendenti non sempre porta da qualche parte, e forse vedere un esempio così ben riuscito di auto-determinazione rincuora: la fiction ‘Atelier Fontana – Le Sorelle delle Moda’ andata in onda su Rai1 ha toccato ben il 17,98% di share.

Le sorelle Fontana, Zoe, Giovanna e Micol, unica attualmente in vita, intraprendono l’attività sartoriale nel 1938 nel paesino della provincia di Parma in cui nascono, Traversetolo. L’ambizione e una bella dose di coraggio unito alla fiducia, all’epoca tangibile, di poter realizzare i propri sogni, spinge le tre sarte poco più che adolescenti a trasferirsi a Roma. Un po’ per gioco un po’ per fortuna, dato che fu la maggiore Zoe la prima a fare le valigie scegliendo di prendere il primo treno che le fosse capitato: ed il primo ad arrivare fu il convoglio per la capitale, dalla quale incoraggiò le sorelle a raggiungerla. Dopo aver lavorato sotto diversi padroni – siamo nel 1943 – nasce quello che poi diventerà un nome simbolo dell’Alta Moda italiana: l’Atelier Fontana, ancora oggi sito in un vicoletto di Piazza di Spagna.

In piena Seconda Guerra Mondiale le sorelle Fontana sperimentano con la creatività, e infondono ai loro capi quel tratto distintivo che mai le abbandonerà, ovvero l’amalgama dell’arte nei tessuti di moda. Finita la guerra è il boom: le creazioni Atelier Fontana diventano richiestissime, e sono in particolare le dive del cinema che danno lustro alla loro attività sartoriale. Il primo abito che ebbe i riflettori internazionali puntati fu quello nuziale scelto da Linda Christian per il matrimonio con Tyron Power (padre di Romina).

Impossibile seguire con un filo cronologico l’influenza delle sorelle Fontana sul costume anni Cinquanta e soprattutto sulle dive di Hollywood. Da Grace Kelly, a Liz Taylor, passando per Audrey Hepburn e Ava Gardner, Rita Hayworth, Kim Novac non c’è stella del cinema che non abbia indossato gli abiti Atelier Fontana. E non solo di abiti da sera, ma anche di costumi di scena, come quello di Anita Ekberg ne ‘La dolce vita’, o i costumi di ‘Le Amiche’ di Michelangelo Antonioni, tra i tanti. E naturalmente non mancano principesse, come quelle di Savoia, e first ladies, come Jacqueline Kennedy. Negli anni Sessanta nasce anche la linea di prêt-à-porter, a cui si aggiunsero profumi, accessori, intimo.

Un successo travolgente, che oggi è convogliato nella Fondazione Fontana: dal 1994, al seguito della morte delle sorelle, Micol raccoglie sotto questo nome l’eredità dell’atelier e l’incredibile esperienza da cui nacque l’eccellenza del Made in Italy, che per la prima volta grazie a loro poté competere con la moda francese che all’epoca vantava nomi come Christian Dior.

Una favola che racconta una vita di successi e sogni realizzati, ossia ciò che manca alle generazioni odierne: sarebbe bello se la fiaba meravigliosa delle Sorelle Fontana potesse ripetersi all’infinito.