Nel giorno in cui per la prima volta risulta accessibile in alcune zone della Cina, riuscendo a evtare il rigido controllo della censura di Pechino, superata la soglia dei 900 milioni di utenti, a un mese dal debutto alla borsa di New York, Facebook fa registrare un sensibile calo dei propri utili, con una perdita del 6% dei ricavi complessivi e del 12% del cosiddetto ricavo per utente.
In pratica, l’utente di Facebook ora vale di meno perché attira meno pubblicità, tanto più che il social network sta prendendo piede in Paesi poveri, che quindi catalizzano su di sé una pubblicità minore.
Il colosso di Palo Alto si è affrettato a parlare di un ‘fenomeno stagionale’, sottolineando che i ricavi della società diminuiscono sempre tra il terzo e il quarto trimeste, rallentando in certe occasioni tra la fine e l’inizio dell’anno nuovo.
Ma l’impressione generale è che Facebook stia pagando il prezzo del successo. Non solo, la società deve ammortizzare acquisti importanti come quello di Instagram, costato circa un miliardo di dollari non più di 15 giorni fa, o come quelli dei brevetti acquistati da Microsoft una manciata non più di due settimane fa, passaggio necessario per difendersi dall’assalto di Yahoo!, che aveva accusato Mark Zuckerberg di avere rubato altri brevetti.
Nel frattempo, la popolarità di Facebook è arrivata ai massimi livelli, visto che gli utenti iscritti al social network sono più di 900 milioni in tutto il mondo, con il traguardo di 1 miliardo di persone raggiunte a un passo. Tanto più che oggi l’accesso a Facebook risulta possibile in alcune zone della Cina, in barba alla censura che normalmente impedisce di utilizzarlo, al pari di altri siti comunicazione sociale come Youtube e Twitter.
In alcune zone di Pechino, Facebook risulta accessibile senza l’ uso di un Virtual private network (Vpn), lo strumenti usati per aggirare la censura da una parte crescente dei circa 500 milioni di utenti di Internet in Cina. La comunicazione sociale nel Paese cinese passa infatti attraverso i cosiddetti Weibo, i sostituti locali di Twitter, che comunque sono sottoposti al controllo della censura.
Alessandro Pediconi