Nel primo giorno di primavera, proprio quando i mandorli cominciano a perdere i loro petali, muore il grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, che questi alberi ha tanto amato e citato nelle sue opere. Un uomo di incredibile intelligenza e sensibilità, un uomo che amava la vita e che sapeva bene come trasmettere questo amore, un messaggero di cultura universalmente riconosciuto.
Tonino Guerra si batteva per le piccole cose, amava la sua terra, la Romagna (nacque a Santarcangelo) oggi sua orfana, e le cose semplici. Sempre in prima linea nella lotta e nella difesa dell’ambiente e della natura, tanto che a Pennabilli, il comune delle Marche dove visse dal 1989 ad oggi, ha dato vita a ‘L’orto dei frutti dimenticati’, un giardino botanico che ospita alberi da frutto tipici dell’Appennino che non vengono più coltivati, oltre che numerose sue sculture, tra cui una che proietta l’ombra di Federico Fellini e Giulietta Masina.
Nelle sue poesie e nei suoi dipinti troviamo spesso le farfalle, simbolo di libertà e messaggere di bellezza, a cui dedicò un’opera teatrale (Le Farfalle) e una poesia composta alla fine della prigionia nel campo di concentramento tedesco di Troisdorf. Nella composizione Tonino Guerra esprime, oltre all’amore per la libertà, il suo innato umorismo ‘Contento proprio contento, sono stato molte volte nella vita, ma più di tutte quando mi hanno liberato in Germania, che mi sono messo a guardare una farfalla, senza la voglia di mangiarla’.
Come le farfalle anche lui era un uomo libero, che girava il mondo e soprattutto nell’amata Russia, dove conobbe e sposò la moglie Lora, cercando di trasmettere l’innata curiosità per le cose semplici, con quello stupore che si coglie solo negli occhi dei bambini. La sua saggezza era rivolta ai giovani dei quali amava circondarsi. Il suo sguardo sempre rivolto al futuro, progettando opere che rendessero più bello il mondo, tanto che nel 2008 la Provincia di Rimini gli propose di diventare “tutore della bellezza del paesaggio”.
Da qui nasce la sua idea dei progetti sospesi, cinquanta opere che ha messo a disposizione per chi volesse realizzare giardini o ‘Orti’ come li chiamava lui. Diceva: “Bisogna che ci riportiamo indietro, smettiamo di essere innamorati soltanto delle cose moderne. Mi piace la televisione, mi piacciono tutte queste pataccate che i bambini guardano, e fan l’amore anche guardando una macchina… queste cose qui… ma dico facciamo delle cose che ci riportino ad essere un po’ più primitivi… Adesso siamo dei mendicanti, pieni di desideri falsi…”
Il modo migliore per ricordarlo, è con una delle splendide poesie che Tonino Guerra soleva spesso recitare.
“L’aria è quella cosa leggera,
che sta intorno alla tua testa
e diventa più chiara quando ridi.” Da I Bu