L’ampio spazio che Rai5 riserva alla musica d’autore, all’opera lirica, a quella classica e di nicchia nonchè alle biografie dei grandi Maestri, nonostante gli scetticismi iniziali, ad un anno dal debutto, danno ragione alla rete. Il genere, fino ad oggi piuttosto latitante in televisione, piace al pubblico, e tanto.
Ne è la prova, il +550% di share rispetto alla media del canale, raggiunto il 7 dicembre scorso quando è stata trasmessa in diretta la serata d’apertura della stagione della Scala di Milano, con il Don Giovanni di Mozart diretto dal Maestro Daniel Baremboim.
Ma se quello della Prima è un evento eccezionale, Rai5 le suona anche agli altri generi che si possono considerare “impegnati”, nonostante le apparenze. Si tratta della musica cosiddetta “leggera”, quella dei concerti, le piazze, le arene, i palazzetti. Quella che se entra nei teatri è dopo una lunga gavetta di strada. La trasmissione è Get Up, Stand Up-Pop, Rock e Politica che andrà in onda gni domenica alle 22.45.
Attraverso documenti, video, interviste e montaggi si ripercorre la storia della musica del XX secolo in un ottica del tutto particolare, cioè il suo rapporto con la politica. Il punto di partenza è considerare la musica come linugaggio universale, quello d’arrivo e dimostrare che affidare “messaggi” politico-sociali ad essa è impregnarli di carica emotiva che ne aumenta forza d’urto e quindi raggiungere un pubblico vastissimo. Musica popolare e protesta, diritti umani e civili, Bob Dylan e il Live Aid, la black music e il rap, le forme di protesta radicali e anarcoidi degli anni ’60 e ’70, i concerti tributo, Nelson Mandela, gli eventi a favore di ecologia e ambientalismo, contro le guerre, il nucleare, la pena di morte.
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