Pubblicato il

Il miracolo di Kaurismaki accade a Le Havre

Cinema: l’immigrazione vista con gli occhi del regista finlandese Aki Kaurismaki nella nuova pellicola dai toni ironici e fiabeschi

Miracolo a Le Havre

Torna ad incantare il pubblico Aki Kaurismaki, ancora una volta con una pellicola allo stesso tempo ironica ed intensa, con quel tocco che lo caratterizza da sempre. Miracolo a Le Havre vede tornare per la seconda volta il regista finlandese in Francia, dopo il suo Vita da bohème del 1992, in cui figuravano alcuni degli attori presenti nella pellicola, il protagonista André Wilms e Jean-Pierre Léaud, l’attore simbolo della Nouvelle Vague, a cui il film si richiama dichiaratamente. Nel cast non mancano poi uno dei volti più amati dal regista, Kati Outinen, ed il famoso attore francese Jean-Pierre Darroussin.

Nomi del genere hanno di certo contribuito alla realizzazione di una pellicola che aveva già gli ingredienti giusti. Il difficile tema dell’immigrazione è la scusa per costruire una sorta di favola senza tempo, in cui alla lotta tra poveri si sostituisce il valore della fratellanza, e non importa che non ci sia realismo, perché ci sentiamo trascinati dentro il mondo del film, desiderando che davvero le cose possano andare in questo modo.

La trama è essenziale: Marcel Marx (André Wilms) aiuta un ragazzino africano, Idrissa (Blondin Miguel), a raggiungere la madre a Londra nascondendolo alle autorità, parallelamente la moglie Arletty (Kati Outinen) scopre di essere gravemente malata. Il “miracolo” del titolo è duplice, in un lieto finale irrazionale per i cinici, speranzoso per gli ottimisti. Il film è fatto di momenti magici, di personaggi dipinti alla perfezione anche con poche battute, come per la piccola parte di Litte Bob, interpretato dall’Elvis di Le Havre, Roberto Piazza o degli avventori del café, personaggi che in ogni altra pellicola sarebbero apparsi ambigui, coi loro tatuaggi e i capelli unti, ma che qui inteneriscono mentre li sentiamo chiacchierare di cucina.

Kaurismaki ha detto di non avere soluzioni da proporre, eppure ci indica una strada, raccontandoci che la solidarietà può fare miracoli.

Vai alla rubrica Cinema di Stile.it