In tempi di crisi, in cui ad un’economia da allarme rosso, si abbinano precariato e disoccupazione, l’idea di potersi permettere una casa non è nemmeno più un’idea, ma utopia. Eppure si stanno ponendo le fondamenta ad una delle soluzioni possibili, il Social Housing. L’edilizia sociale spesso va a braccetto con il Design Sociale concetti riassumibili (non senza difficoltà, vista la variabilità della materia) con qualche parola chiave: recupero e conversione di vecchi immobili da parte di privati, ong ma anche con parziale intervento statale (enti, Regioni, Comuni etc), gestione sociale e interesse collettivo (per esempio con l’orto condiviso), sostenibilità ambientale (grazie alle energie rinnovabili).
Per comprendere meglio questa complessa materia, si visiti qui il punto di incontro per un network conoscitivo e di scambio, ma anche, per un punto di vista internazionale. In Italia la materia è poco conosciuta, ma di recente a Milano si è cercato di informare. L’occasione è stato il MADE Expo con la mostra espositiva Social Home Design-Abitare il Futuro. Ovvero architettura, design, contract, edilizia, ma anche vero e proprio evento il cui focus è stato l’abitare sociale.
Per intendersi, non si tratta di triste edilizia popolare, ma di progetti di riqualificazione abitativa il cui scopo sia anche estetico, oltre che rispondere alle emergenze abitativa e ambientale. Partendo da arredi sosstenibilie sistemi domestici responsabili.
Molte, infatti, le aziende che hanno presentato i loro prodotti “social”, a apertire da Snaidero, che con la cucina Way, caratterizzata, coerentemente con il tema, da un design personalizzabile, flessibilità progettuale e accessibilità. La zona bagno pensata da Jacuzzi si definisce con le linee pure e semplici dei sanitari, piatti doccia e specchi della linea MOOVE che, con la vasca da bagno Infinito, sono un lusso accessibile, nel nome di funzionalità, ergonomicità e naturalezza.
