Quando la associano a Patti Smith liquida il paragone come ‘giornalismo pigro’. La voce graffiante ce l’ha, la chitarra pure, ma PJ Harvey è semplicemente imparagonabile a qualsiasi altra artista che abbia mai calcato un palcoscenico. Una musicista che mai, mai si ripete: ogni suo lavoro è ‘intimo’, sviscera emozioni, scava nel lato oscuro, graffia e allo stesso tempo è dotato sarcasmo, spesso confinante nel cinismo. Oggi PJ Harvey è riuscita a produrre un album che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Ed ecco che il tour di ‘Let England Shake’, ultima fatica di Polly Jean Harvey, la signora del rock britannico, arriva in Italia per un’unica, imperdibile data a Ferrara Sotto le Stelle il 6 luglio. Nella meravigliosa cornice del Castello di Ferrara, PJ presenterà il nuovo album con al suo fianco l’immancabile ‘consorte artistico’ John Parish. Let England Shake, uscito sotto l’etichetta Island Records, è accompagnato da 12 cortometraggi girati da Seamus Murphy.
Contrastanti le opinioni dei fan, quasi all’unisono le recensioni dei critici: ‘Let England Shake’ è frutto di una nuova, matura, poliedrica e sempre sorprendente PJ Harvey. Il tema ricorrente è la guerra, l’ispirazione nasce addirittura dal Primo conflitto Mondiale, l’orrore della battaglia torna angosciante in ogni pezzo ma allo stesso tempo beffa sardonicamente la tragedia: ‘…what if I take my problems to the United Nations?…’ si chiede un soldato che ha visto i corpi mutilati dei commilitoni spargersi sul campo di battaglia in ‘The Words that maketh murder’ singolo che ha anticipato l’album. E’ l’orrore della guerra letto attraverso gli occhi di Polly Jean, che prende connotazioni drammatiche e tragiche, fa riflessioni su una nazione (ma potrebbe parlare benissimo dell’Europa intera) che si dilania e dilania i suoi figli. Riuscendo allo stesso tempo ad incantare con sonorità inaspettate, una voce che passa dal falsetto alla melodia pura, tralasciando la violenza graffiante, l’irriverenza e le atmosfere dark degli album d’esordio come Dry (1992) e di Rid Of Me (1993), quando si consacrò come ‘riot girl’, teatrale, scenografica, sempre a denti stretti.
Oggi è adulta, matura, non ha più bisogno di mascheroni e boa di struzzo. Si lascia influenzare da atmosfere folk, stringe il suo legame con la campagna britannica, suonando strumenti improbabili come l’autoharp e lo zither. ‘Se Francis Ford Coppola ha la paternità dei film di guerra, Ernest Hemingway del romanzo di guerra, Polly Jean Harvey, 41enne del Dorset, ha dato vita all’album di guerra’ ha scritto Mike Williams su NME- New Musical Express.
Una data imperdibile quella di Ferrara, unica occasione italiana di vedere la signora del rock cimentarsi dal vivo con nuove, sorprendenti sonorità.
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ARCI Ferrara – 0532.241419
Biglietti: 38 euro più diritti di prevendita
Prevendite disponibili su
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