Pubblicato il

Le isole verdi del MAXXI

Da New York a Roma studi di architettura in gara per trasformare l’esterno di importanti musei, creando isole verdi che giocano con la luce

Progetto dell'installazione WHATAMI

Regalare ai visitatori uno spazio nuovo, da godere durante l’estate, è l’obiettivo di YAP – Young Architects Program, concorso che compie dodici anni a New York e che arriva quest’anno anche in Italia. La volontà è quella di rendere gli spazi esterni dei musei isole di acqua e ombra, in modo da stemperare la calura estiva.

Per realizzare tali spazi sono chiamati a partecipare gli studi di architettura più innovativi. Il museo italiano coinvolto in tale progetto è il MAXXI di Roma, che presenta le cinque migliori proposte finaliste, nello stesso periodo in cui vengono esposti i cinque progetti per il MoMA PS1 di New York.

Tutti i progetti proposti si caratterizzano per innovazione ed attenzione nei confronti dell’ambiente, elemento principe del concorso, che nel corso del tempo, a New York, ha dato vita a scenari ben calibrati e dotati di grande fascino. Per quanto riguarda l’Italia il progetto vincitore è WHATAMI del gruppo stARTT – studio di architettura e trasformazioni territoriali – di Simone Capra e Claudio Castaldo, il cui scopo è sempre quello di incidere sull’arredo urbano in maniera attenta alle esigenze umane. Ed è così che lo spazio esterno del museo è stato invaso dagli elementi che costituiscono l’isola verde: diciotto fiori in vetroresina, alti cinque metri, con la doppia funzione di illuminare lo spazio la notte e creare zone d’ombra il giorno, le balle di fieno ricoperte da prato, per le isole mobili da spostare a seconda delle esigenze, ed uno specchio d’acqua.

Naturalmente tutto il progetto è costruito in modo da non incidere sull’ambiente, non solo grazie all’utilizzo di materiali riciclati, ma anche donando gli arredi al quartiere dopo lo smontaggio del 16 ottobre, per utilizzarli successivamente in altri contesti. Per quanto riguarda il PS1 il vincitore è Interboro Partners con il progetto Holding Pattern, costruito in stretta collaborazione con gli esercizi commerciali adiacenti al museo. Alberi, sedie, tavoli da ping pong ed una copertura bianca compongono uno spazio eclettico ed attivo.

Vai alla rubrica Arte di Stile.it