La libertà corre su una tastiera: il Mediterraneo in fermento ha il volto dei blogger coraggiosi, e il coraggio è decisamente una dote che alle donne non fa difetto. Il diritto ad una libera informazione è tra i motivi alla base delle rivolte nei paesi del Maghreb, e, aggirando censure e minacce, il web ha permesso ai giovani di comunicare al mondo intero quello che sta succedendo. Ecco che in questo frangente si ritagliano uno spazio di visibilità importante le giovani donne, libere di esprimersi e mettersi in luce, proprio grazie ai loro blog.
Lina Ben Mehnni, 26 anni, è la voce della Tunisia, e lo è stata durante le rivolte scoppiate nello scorso dicembre. Il suo blog, A Tunisian Girl è nato nel 2008, e già allora si occupava di diritti civili e libertà. Con l’inizio delle rivolte, la sua bacheca (incrementata da Twitter e da Facebook) è divenuta lo strumento per denunciare violenze e soprusi, e per raccontare al mondo gli eventi tunisini senza passare per i media ufficiali. La censura non solo ha agito oscurando più volte la rete: le autorità si sono presentate diverse volte a casa sua e dei genitori buttando all’aria tutto e sequestrando materiale di ogni genere.
In Egitto, è Dalia Ziada la voce femminile più forte del web. Attivista per i diritti umani da sempre, Dalia ha aggirato la censura del regime e non ha mai smesso di documentare i cruenti giorni della rivolta anti-Mubarak. Dalia pone l’accento soprattutto sulle donne, protagoniste come non mai della rivoluzione egiziana, e finalmente consapevoli della loro importanza. Già nel 2009, un anno prima delle insurrezioni magrebine, il Time le aveva dedicato una pagina elogiando la sua lotta in favore dei diritti umani e ‘annusando’ la rivoluzione silenziosa che si stava insediando negli animi dei giovani egiziani.
Coraggio da vendere, madre di tre figli, ricercatrice all’università: Eman Al Nafjan è la voce delle donne saudite. Il suo blog, Saudiwoman, si occupa di raccontare la condizione femminile in Arabia Saudita, dal punto di vista dell’oppressione politica, religiosa, di usi e costumi. Scrive in inglese, perché il mondo intero possa leggerla.
Lo Yemen, in questi giorni di totale subbuglio, trema sotto la tastiera di Afrah Nasser. Giornalista e blogger residente a San’a, ha ricevuto poche settimane fa minacce di morte su sul account, che ha tradotto in inglese e pubblicato. Nonostante ciò, Afrah non è certo sprovvista di coraggio, e il suo blog continua ad essere aggiornato sulla tremenda situazione in città. Proprio di ieri 7 giugno è l’ultimo post.
Sono ancora tante, tante altre le donne che sfidano la censura e i regimi per portare la libera informazione nel mondo e nei loro paesi, rischiando la loro stessa vita. Recentissima è la notizia del sequestro di una di loro, la siriana Amina Abdallah Araf, rapita da un gruppo di uomini armati a Damasco. Il suo blog, che ha avuto successo internazionale, racconta la vita di una giovane musulmana omosessuale in Siria. “Oggi o domani potrebbe essere l’ultimo giorno per me” – ha pubblicato domenica, in una sorta di tremendo presagio. Al momento non si sa né dove sia né chi la tenga ostaggio.
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Il coraggio è donna. Le blogger sfidano la censura
La libertà corre su una tastiera: la temerarietà delle giovani blogger che, nonostante censure e regimi, stanno rivelando il nuovo volto della società mediterranea, fatta di donne impegnate e senza paura