Laddove la coerenza artistica è considerata una prerogativa essenziale per la “vendibilità” di un’artista, risultare disomogenei diventa un atto coraggioso. E di coraggio, a Julian Schnabel, non me manca di certo. La sua potenza creativa va sempre al di là dei materiali e dei soggetti, impasta generi diversi ed esplora arte antica e contemporanea creando opere personali.
L’esposizione “Permanently Becoming. Julian Schnabel and the Architecture of Seeing”, a cura di Norman Rosenthal, presso il Museo Correr di Venezia, mostra tutta la complessità dell’artista, mischiando periodi diversi e mettendo in evidenza la sua poliedricità. Oltre quaranta opere ripercorrono la sua carriera pittorica, dagli anni Settanta fino ad oggi, in cui spiccano i famosi plate paintings, le tele fatte da pezzi di piatti rotti, e le enormi tele, che spiazzano il visitatore. Ma è difficile tracciare delle linee guida, perché l’artista passa da uno stile all’altro, passando con facilità dall’astratto al figurativo, utilizzando teloni o pezzi di legno, ritraendo persone a lui care o luoghi lontani.
Per poter apprezzare Schnabel bisogna spogliarsi di aspettativa, dimenticare il regista ed i personaggio pubblico e lasciarsi trasportare da ogni singola opera, senza cercare di trovare per forza connessioni e riferimenti culturali. Eppure la mancanza di coerenza diventa di per sé una sorta di cifra stilistica, e ci troviamo ad identificare un “mondo Schanbel”, in cui le pellicole diventano un continuum rispetto all’opera pittorica, e viceversa.
La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e realizzata grazie al fondamentale contributo di Maybach, main sponsor dell’evento, e di BNL Paribas.
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011
Museo Correr
San Marco, 52
Venezia
Tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso 14 euro
Ridotto 8 euro
Per ulteriori informazioni:
www.museiciviciveneziani.it
Didascalia opera:
Julian Schnabel
Portrait of Anh in a Mars Violet Room, 1988
Olio, cocci, (bondo) epossidico su tavola
cm 182,9 x 152,4
Collezione Anh Duong