Dopo le cerimonie di apertura, il sessantaquattresimo Festival del Cinema di Cannes è entrato nel vivo della competizione con un’intro tutta al femminile. Due i film presentati ieri 12 maggio frutto di due registe donne e con un cast femminile, ‘We need to talk about Kevin’, di Lynne Ramsay e ‘Sleeping Beauty’ di Julia Leigh. Diverso il tenore delle due pellicole, la prima incentrata su un tormentato rapporto madre (Tilda Swinton) e figlio (Ezra Miller), il secondo ambientato in un bordello di lusso.
È proprio Sleeping Beauty, dell’esordiente regista australiana Julia Leigh, ad investire Cannes con un’ondata di erotismo, non nuovo per la verità al festival – (lo scandaloso Baise Moi è rimasto negli annali, anche se non esattamente per la qualità, quanto per le scene hard), ma sempre detonatore di commenti, interpretazioni e curiosità. E se la regista è un’esordiente, l’attrice principale è altrettanto in bilico sul trampolino di lancio, anche se la sua performance e il viso angelico sembrano buoni punti di partenza. Emily Browning, attrice e modella australiana, classe 1988, recita il ruolo di Lucy, silente e inanimata preda di ricchi anziani che frequentano la casa chiusa dove lei lavora (ben lungi dal voler ottenere da loro favori o ‘spinte’ lavorative).
La passività di Lucy è perfettamente funzionale alle fantasie erotiche dei facoltosi frequentatori del bordello, che approfittano di lei stesa nuda, sedata e legata ad un letto – con il solo divieto di penetrarla, imposto dalla maitresse. Sleeping Beauty parla con garbo del tema della prostituzione d’alto bordo, non per questo rendendola meno amara.
Ci volevano certo due donne ad interpretare un tema del genere con tale delicatezza pur mantenendo alta la temperatura in sala, in un binomio che si riflette perfettamente nell’attrice protagonista: bustino e accessori in pelle stridono con le sue fattezze angeliche e la sua bellezza verginale. Bellezza che le aveva fatto ottenere un’audizione per il ruolo di Bella in Twilight proprio sotto richiesta dell’autrice Stephenie Meyer, ma che Emily ha declinato perché impegnata sul set di The Uninvited, horror del 2009. Di recente ha interpretato Baby Doll in Sucker Punch.
In gara per la Palma d’Oro e per la Camera d’Or, il film di Julia Leigh potrebbe essere il grande trampolino di lancio per due carriere al femminile, a conferma dell’importanza sempre maggiore che le donne ricoprono nell’industria cinematografica. Ma al verdetto mancano ancora moltissime proiezioni.
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