Per un artista, confrontarsi con un luogo ben definito è sempre stimolante, soprattutto quando si ha la facoltà di creare liberamente. L’associazione Barriera di Torino sta portando avanti il progetto Mirror Project che coinvolge, di volta in volta, giovani artisti. La volontà è quella di presentare artisti che abbiano creato un’opera site specific, continuando a sviluppare la propria poetica. Il primo capitolo del progetto aveva visto le forme nitide ed essenziali di Renato Leotta ed il secondo va alla scoperta di Manuel Scano.
Il giovane artista padovano, che ha vissuto per ben undici anni a Caracas, invade gli spazi con il suo usuale stile, pieno di frammenti, elaborato, e coinvolgente. Il disordine carachegno vive nelle sue opere, forse proprio come reazione all’ordinata Padova, e diventa metafora della nostra civiltà. In questa occasione oggetti e macchinari si muovono nello spazio, dando vita a variazioni temporali, con un’apparente casualità che richiama alla mente gli esperimenti della musica jazz.
Il lavoro dell’artista è sempre messo a confronto con questo stile musicale, per la stessa volontà di improvvisare di continuo, variando ogni volta il proprio tiro, agendo con piccole correzioni, riempiendo gli spazi e rendendo l’opera un essere vivente, che cresce pian piano. Altra costante del suo lavoro è l’interposizione tra la mano dell’artista e l’opera d’arte, di un altro elemento, che agisca in maniera casuale, come per esempio un ventilatore, che "disegni" su un foglio segni non decisi dall’artista.
La mostra, prodotta da Barriera e da Istituto Svizzero di Roma, è curata da Emanuele Catellani.
Dal 21 aprile al 18 maggio 2011
Associazione Barriera
Via Crescentino, 25
Torino
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.00 alle 19.00
Sabato dalle 10.00 alle 13.00
Per ulteriori informazioni:
www.associazionebarriera.com
Didascalia opera:
Manuel Scano, Mirror Project installation view, 2011