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A Milano, il design si gusta

Tra punti di ristoro votati al design, contest per bulimici delle griffe, esposizioni in cui le creazioni si possono mangiare e percorsi espositivi dove arte e cibo si contaminano: a Milano il Food Design è servito!

Food Art Restaurant - Milano

‘Piatto ricco mi ci ficco’. Mai proverbio fu più azzeccato, almeno per quanto riguarda Milano, che in questi giorni si sta abbuffando di design, anche nella declinazione più ghiotta, il food design.

Innanzitutto, se tra una mostra e un’installazione c’è bisogno di pausa, perché rinunciare al bello e accontentarsi di uno snack veloce? Il circuito Tortona Design Week, ideato dall’associazione culturale Tortona Area Lab, ha infatti predisposto il Design Food Terminal, progetto di accoglienza e ristorazione di qualità in linea con il contesto della kermesse milanese e in spazi predisposti anche lungo il percorso del design, con installazioni di arredo urbano green, in partnership con aziende dell’outdoor.

Per chi di design non è mai sazio, il Food Art Restaurant lancia, al Fuorisalone, il contest adatto, che mette alla prova i palati più fini. Si tratta di S+EAT, cioè un concorso per bulimici del design: basta sedersi al tavolo e indovinare chi ha firmato la sedia per vincere un aperitivo gourmet, composto da Exquisite Wooden Ghost cocktail creato ad hoc dal mixologist Julien Bustamante e un mix di antipasti dello chef Matteo Torretta. Ai vincitori, in omaggio anche Design Trotter, ciondolo limited edition creato da Gaspare Buzzatti per RossoCiliegia.

Tanto belli da essere mangiati, invece, è una mostra-installazione tra design e food experience, firmata dall’architetto Simone Micheli, presso i suoi studi di via Ventura. Si tratta di un percorso espositivo in cui ogni elemento di design è abbinato ad un suo “avatar” di caramello, tutto da gustare.

Infine, si segnala ART, FOOD & SPIRIT, evento locato al Romeo Gigli Cafè e ideato dalla chef Paola Chiolini e dall’artista designer Marco Valente. Tra le molte opere esposte, citiamo i lampadari HOT, fatti di peperoncini intrecciati, bijoux e vetro soffiato, di Adriana Lohnamm e l’installazione di David Ferraris La cravatta nel piatto, in cui cravatte cadute distrattamente nei piatti, si fondono agli stuzzichini.

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