Intervista a Franco Frabello
Il gruppo Marzotto è un’azienda con molte divisioni, producete filati, lane molto fini, cotoni e tessuti destinati sia all’abbigliamento che all’arredamento. Nel particolare la sua divisione, Marzotto GMF, realizza tessuti per abbigliamento maschile e femminile. In che modo lavorate, su commissione o presentate le collezioni ad eventi particolari?
“Prepariamo due collezioni all’anno, una per tessuti destinati ad uso estivo e una di utilizzo per le collezioni invernali. Le presentiamo a due appuntamenti importantissimi, a Milano Unica e subito dopo a Parigi, da quel momento in poi parte la campagna vendita.”
Nel momento in cui uno stilista si mostra interessato al vostro prodotto, quali sono le fasi successive e quali le richieste?
“Si mostra la collezione negli uffici del cliente, una collezione mediamente comprende 200 articoli e 7000 varianti, a quel punto può richiedere materiale a livello di referenze, come il colore e il disegno, o di taglio per creare la propria collezione, o ancora pezze di campione dai 70 ai 140 metri per costruire l’intera collezione”
Lavorate con una buona fetta di mercato, come vi comportate con le grandi firme, immagino vogliano l’esclusiva
“Certo, firme come Hugo Boss, Giorgio Armani, Corneliani, Prada e tanti altri hanno l’esigenza di non confondersi nel mercato e chiedono delle variazioni più o meno grandi, a volte anche impossibili, magari che non sono prettamente inerenti alla nostra produzione, quindi in quel caso o l’indirizziamo altrove oppure, visto che abbiamo a che fare con dei professionisti, riusciamo a trovare un punto di incontro e a tradurre queste variazioni in un tessuto della nostra portata. Questa è un’operazione che noi chiamiamo “gli esclusivi” e avviene quando il cliente vuole qualcosa di particolare, magari ha delle idee più innovative, diverse o azzardate, o comunque non vuole essere confuso nella massa e vuole offrire qualcosa di diverso che caratterizzi l’identità del brand”
E’ stimolante per voi
“Assolutamente! I grandi brand sono anticipatori di tendenze, sono copiati da tutti, a noi danno degli imput che ci permettono di maturare delle idee, suggeriscono delle direzioni o temi da portare avanti nelle prossime collezioni”
Definisca il made in Italy in tre parole
“Innovazione, ricerca, gusto”