I luoghi abbandonati hanno indubbiamente un loro fascino, per la vita che hanno vissuto e per i segni che ne portano addosso, per il senso nostalgico che emanano. Immortalarli nel modo giusto però non è una cosa scontata, perché restituirne la potenza, senza essere travolti dallo squallore è molto difficile. Ci riesce alla perfezione Fabiano Parisi che, con la foto di un teatro ormai in pezzi, ha vinto nel 2010 il Premio Celeste International. Il suo lavoro da allora è proseguito sempre in quella direzione: alla scoperta di nuovi luoghi decadenti, feriti, Parisi li ha ritratti con maestria, riportandoli quasi in vita.
Con la mostra Il mondo che non vedo, presso la Galleria Glauco Cavaciuti Arte di Milano, la ricerca fa un passo avanti, e le opere divengono uniche, non più semplici e riproducibili fotografie, ma stampe applicate su ferro o legno, in seguito manipolate con tecnica mista e resine, per un effetto particolare che rende l’opera ancora più interessante. I soggetti sono sempre loro però: piccole chiese di periferia, teatri bruciati, fabbriche a conduzione familiare chiuse da chissà quanto, case nobiliari piene di cartacce.
Un universo che richiama alla mente il concetto di nonluogo elaborato dall’antropologo francese Marc Augé, quello che ha visto passare milioni di persone, per finire poi nell’oblio. Parisi gira il mondo a caccia di queste costruzioni che si sgretolano, non tanto per documentarne lo sfacelo, ma semplicemente per un amore antropologico ed artistico, per immortalarne una bellezza innegabile, il senso di mistero che ne scaturisce, come messo in evidenza dal titolo della mostra, eco della romantica poesia di Pessoa.
Dal 24 marzo al 23 aprile 2011
Galleria Glauco Cavaciuti
Via Vincenzo Monti, 28
Milano
Lunedì dalle 15.00 alle 19.30,
Da martedì a sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.30
Per ulteriori informazioni:
www.glaucocavaciuti.com
Didascalia opera:
Il mondo che non vedo 42
cm 100 x 135
Stampa a pigmenti su carta fotografica, tecnica mista e resine su ferro o legno