Albert Einstein diceva che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, eppure la Lonely Planet, la guida turistica più famosa al mondo, ci è andata molto vicina. La sua classifica delle mete turistiche da visitare per il 2011 scombina il pensiero comune del viaggiatore medio costringendolo a rivedere le sue posizioni in fatto di viaggi e turismo. È l’eclatante caso dell’Albania, al primo posto della classifica, chiaro messaggio per noi italiani lungamente abituati a considerarla una vicina imbarazzante e scomoda. Invece, i suoi paesaggi costieri, le lunghe spiagge lambite da un azzurro Adriatico, che si alternano alla natura più selvaggia dell’interno fatta di monti, fiumi e laghi; l’antica storia che si respira a Berat, Gjirokastra e Butrint; il processo di svecchiamento che è in atto a Tirana, sono tutte componenti di un mix imperdibile per il turista di III millennio.
Ma ne è anche esempio il 5° posto della Bulgaria di cui si sprona a conoscere le località montanare dove andare a sciare, le spiagge che si affacciano sul Mar Nero, e il vino pregiato prodotto dai vigneti locali. Sopra di lei, ci sono altre due classificate insospettabili: Panamà (4°) e Capo Verde (3°). Del primo, noto al mondo soprattutto come elemento di congiunzione delle due Americhe, si dice che la crisi economica l’ha costretto a rivedere la sua crescita caotica e riportare giusto merito alle bellezze naturali: la jungla, il mare, la sabbia, la Comarca di Kuna Yala…mentre di Capo Verde che è un paradiso terrestre finora troppo trascurato, arcipelago africano nell’Oceano Atlantico, ideale per le migrazioni invernali in luoghi caldi e tropicali: non solo mare ma anche un cocktail esplosivo di cultura africana, portoghese, mediterranea e latino americana. Al secondo posto si trova un mai fuori di moda Brasile che oltre al fascino quest’anno punta sugli investimenti nelle strutture ricettive e nei trasporti; come anche evergreen è la nostra Italia – seppure in settima posizione – della quale si consiglia esplorare il variegato tessuto regionale.
Chi non conoscesse il 6° classificato, Vanuatu (Oceania), d’ora in poi non potrà ignorarlo: lagune tropicali, cascate, villaggi di pescatori, il tutto con un occhio attento al turismo sostenibile. La Tanzania (8°) è un immenso bio parco immerso in una natura così caratteristica da sembrare quasi irreale (Serengeti, Ngorongoro, Kilimanjaro…); poi c’è la Siria (9°), le cui bellezze storiche e paesaggistiche non sono mai state un segreto, ma la sua novità è un rapporto diplomatico più disteso con gli Stati Uniti. Last but not least il Giappone: con le sue diversità, le sue contraddizioni, le sue meraviglie e, ultimamente, anche con prezzi più abbordabili.