Il 30 dicembre aprirà in Doha, Qatar, il Mathaf-Arab Museum of Modern Art, con una collezione di oltre 6000 opere dal 1840 ad oggi, in rappresentanza delle maggiori tendenze e siti di produzione della moderna arte araba. Il Mathaf (che significa museo in arabo) si propone come un grande centro per conoscere l’arte araba, ed è il risultato di oltre due decenni di attività dello Sceicco Hassan Bin Mohamed bin Ali Al-Thani, Vice Presidente della Qatar Museums Authority, che ha molto incoraggiato la creatività nel Qatar e nella regione, con incarichi ad artisti arabi.
Esposizioni temporanee e programmi di ricerca e di studio, anche on line, affiancheranno la collezione permanente qualificando il museo come vero centro di dialogo globale. La ricchezza di queste attività sarà finalizzata ad attrarre artisti, scrittori e studenti, allargando il più possibile la platea di ascolto. Il museo, inoltre, contribuirà notevolmente ad arricchire il panorama culturale della regione del Golfo e del Medio Oriente.
Il museo occuperà temporaneamente un ex edificio scolastico nella Education City di Doha, riprogettato per la nuova destinazione dall’architetto francese Jean François Bodin, sebbene si preveda di dedicargli in futuro una sede apposita. L’ampio edificio, che accoglierà i programmi inaugurali, comprenderà, tra l’altro, due gallerie su due piani, un caffè, una libreria ed un’ala educativa, in un perfetto equilibrio tra vecchio e nuovo, principio ispiratore del museo.
L’esposizione inaugurale si intitolerà “Sajjil: a century of modern art”, visitabile già dal 30 dicembre, comprendente opere importanti della collezione, con i lavori di oltre cento artisti e tendenze estetiche sperimentali: uno sforzo di articolare la varietà narrativa dell’arte araba, organizzandola secondo molteplici temi, continuità e rotture.
Oltre a questa mostra inaugurale, Mathaf presenterà anche due esposizioni speciali di apertura, ospitate nel Museum of Islamic Art: la prima, “Interventions”, curata da Nada Shabout, mette in luce l’opera di cinque importanti artisti arabi; la seconda, “Told/Untold/ Retold”, a cura di Sam Bardouil e Till Fellrath, presenta opere recentemente commissionate a ventitré artisti contemporanei con radici nel mondo arabo.
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