Tutti conoscono i Beatles e qualche aneddoto sulla loro storia. Ma molti meno, ad eccezione dei fan più accaniti, conoscono la vita dei componenti della storica band di Liverpool prima che diventassero tanto famosi. Allora ecco arrivare nelle sale italiane, il 3 dicembre, ‘Nowhere Boy’, un film che scandaglia la vita del piccolo John Lennon. Il progetto di questo film stava nel cantiere della Escosse Film già da parecchio tempo, e, dopo anni di ricerche, ha preso vita grazie alla produzione di Robert Bernstein e alla sceneggiatura di Matt Greenhalgh. La scelta della regista Sam Taylor Wood, al suo primo lungometraggio, ma molto nota nell’ambiente artistico per le sue fotografie, è stata dettata dal suo entusiasmo per l’opera. Ogni cosa è stata preparata alla perfezione, la scelta di Aaron Johnson per interpretare Lennon è stata abbastanza facile, ma nonostante questo l’attore si è preparato a lungo per interpretarne il ruolo, così come il giovane Thomas Brodie Sangster, che ha studiato tutto di Paul McCartney per renderlo al meglio.
Tutto quello che sappiamo dei Beatles, però, deve essere messo da parte guardando questo film. Infatti la storia è basata sulla prima parte della vita di Lennon, ed è incentrata più cha altro sul rapporto che lui ha con la zia Mimi (Kristin Scott Thomas) che lo ha cresciuto, e con la madre Julia (Anne Marie Duff), che era considerata una ribelle. Le difficoltà di relazionarsi con il mondo borghese della zia e quello scapestrato della madre, che lo introduce al mondo della musica, hanno creato la complessità di una persona destinata a diventare un mito. Il film finisce là dove inizia una storia che tutti conosciamo e vede solo l’incontro tra Lennon e McCartney e non la nascita dei Beatles. Era facile fare di questo film un ritratto deprimente dell’Inghilterra anni Cinquanta, invece l’estetica è accattivante, la fotografia rispecchia il modo di vedere il mondo del protagonista, la sua energia dirompente.
Di certo i numerosissimi fan dei Beatles correranno nelle sale, ma questo film parla a tutti, poiché è il racconto umano del rapporto di un adolescente con le due donne che lo hanno formato e lo hanno fatto diventare la leggenda che ancora oggi è.
