Nel corso degli anni sono stati girati film di tutti i tipi sulla nascita di Gesù e sulla vita dei sui genitori terreni. Ma una visione così intima e vera non si era mai vista. Abbiamo assistito a diversi tentativi, più o meno riusciti a seconda dei casi, di scandagliare il carattere di Maria e di Giuseppe, ma stavolta ci si trova di fronte ad un’idea ben precisa.
Non è solo un’intuizione di come potevano essere, ma una descrizione dettagliata della relazione tra tutti i componenti della Sacra Famiglia. In “Io sono con te” (distribuito da Bolero Film, a partire dal 19 novembre, per la regia di Guido Chiesa), tutto ruota intorno a Maria, al suo essere una madre rivoluzionaria, tanto da scalzare l’impianto patriarcale di duemila anni fa. La sua solarità, il suo affetto, la sua testardaggine, sono viste dal regista come la forza capace di far crescere un figlio di tal sorta, destinato a rivoluzionario il suo tempo e la storia dell’umanità.
Interamente girato in Tunisia, il film ha un sapore vero, anche grazie all’utilizzo di gente del luogo – il più delle volte attori non professionisti, come nel caso della protagonista Nadia Khlifi – e alla loro lingua, quella delle campagne, diretta discendente dell’ebraico e dell’aramaico. Il paesaggio aspro della zona desertico – montagnosa di Matmata e quello più verde di El Kef, in cui il film è stato girato, richiamano tante pellicole del passato riguardanti vicende sacre e storiche, ma il contrasto con esse appare evidente, grazie all’utilizzo di costumi dai colori sgargianti, scelti in seguito ad accurate ricerche su fonti pittoriche ed antropologiche.
Guido Chiesa ha la capacità di partire da uno studio dettagliato delle fonti storiche, per ricavarne la descrizione di un rapporto eccezionale, esemplare, tra madre e figlio, allargando così gli orizzonti e rendendo le vicende attualissime.