Tra brevetti e modelli, sedicenti inventori, usi e funzioni tormentate, la storia della graffetta è incredibilmente complessa. Questo piccolo oggetto da ufficio tanto semplice quanto funzionale, onnipresente, intramontabile è un brevetto che pare non sia addirittura mai stato depositato: eppure, un designer inconsapevole ce l’avrà!Gira che ti rigira, non è solo questione di fil di ferro, ma oggi giorno di design utile e fecondo.
Lo sa bene Arman Emami, che per Verbatim ha disegnato, ispirandosi proprio al principio della graffetta, Clip-it USB Drive, piccola e colorata pendrive da 2 o 4 Giga. Sottile e ultraleggera, Clip-it conserva dati, ma anche tiene uniti più documenti tra loro, proprio come una graffetta. Un design che si è meritato il Red Dot Design award ‘Best of the Best’ 2010.
La graffetta reinventata suscita l’interesse dei designer e forse nacque proprio così: qualcuno, rigirandosi un pezzetto di fil di ferro tra le mani, ne vide qualcos’altro. Proprio come la giapponese Midori (qui lo shop on line) ha realizzato una deliziosa collezione di graffette a forma d’animali in scatoline di alluminio colorato da collezione. Un modo simpatico per variare un concept comunque indiscusso.
Infine, da posizionare sulla scrivania per rallegrarla un po’, Design 3000 propone una serie di porta graffette di design funzionali e divertenti. Ci sono Curly, design italiano di Seventh Sense in tanti colori , dalla forma antropomorfa tra l’alieno e il folletto punk con magnete “sulla testa”, su cui posizionare le graffette, rigorosamente alla rinfusa; Pi:p, design di Koziol uccellino pacioccone e colorato, dalla lunga coda, che affonda le zampe nel nido fatto di calamita e graffette.
Infine, un regalo d’effetto per il fidanzato in giacca e cravatta: evoluzione della graffetta, formato tech fashion: Metro USB del designer Rène Woo-Ram Lee, pendrive e ferma cravatta allo stesso tempo. Gira che ti rigira, graffetta dei nostri tempi.