Rita, Patrizia, Paola e Betty Piredda sono quattro sorelle unite da una passione che attraversa l’intera famiglia: la moda, o meglio, la creazione di abiti sartoriali. L’ ispirazione è la ‘magica seducente figura della donna sarda’. Nelle loro collezioni riescono a coniugare perfettamente l’antico con il nuovo trasportando, nelle creazioni, i simboli di antiche civiltà dell’entroterra, del mediterraneo. In primis la loro amata Sardegna.
Sono ormai quindici anni che le quattro sorelle creano abiti e accessori riscuotendo un successo notevole. La chiave di tale trionfo risiede nel fatto che le loro creazioni sono frutto di una ricerca e di un lavoro ripresi dall’antica tradizione della sartoria locale. Infatti, i colori, le tecniche di ricamo e filatura, i motivi decorativi che utilizzano provengono dalla tradizione popolare, già di per sé lussuosa ed accurata, e da quella delle classi aristocratiche dei secoli scorsi.
Ciò che propongono le Sorelle Piredda sono ricami in fili d’oro e d’argento, tessuti con gioielli incastonati, filigrane e coralli che richiamano quell’eleganza e quell’esuberanza tanto amata dai francesi, di passaggio in Sardegna nel Settecento, che dichiararono di preferire gli abiti delle donne barbaricine piuttosto che quelli delle dame di Versailles. Un passato, dunque, che rivive attraverso i loro abiti e che sarebbe stato confinato nel folk (basta pensare alla monumentale processione, la “Sagra di Sant’Efisio”, a cui ogni primo maggio, dal 1657, partecipano tutti i gruppi folcloristici dell’Isola) o in qualche museo, se le sorelle non ne avessero fatto il cuore e l’anima della loro creatività.
La storia dell’ Atelier Piredda inizia dagli scialli. Questo pezzo di stoffa portato sulle spalle, annodato sotto il mento o legato al manico della borsetta, arrivò nel vecchio continente della moda grazie ai soldati inglesi e francesi di ritorno dalle guerre indiane. Prima piccolo e in seguito sempre più grande, da sempre avvolge ogni genere di spalle femminili: da quelle fragili, nude ed eleganti a quelle spesse e sportive. Un capo d’abbigliamento imperdibile che le Sorelle Piredda ricamano, intarsiano, decorano e dedicano a donne mediterranee e sanguigne.
Dopo poco le Piredda iniziano a dare vita ad abiti haute couture, lunghi, fascianti a sirena. Le sorelle puntano i riflettori sulla schiena e sul seno con profonde scollature e poi forme squadrate, preziosi ricami, colori austeri che, mediati dalla loro vena femminile, trasformano una donna in un’apparizione ieratica, sacrale. Quasi come un angelo pagano o il miraggio di un pomeriggio assolato tra le colline bruciate. Donne che portano con sé l’autorevolezza di una ‘Mater familias’.
L’atelier nasce ufficialmente a metà degli anni Novanta, con la manifestazione “Solstizio d’estate”, da loro ideata. La scalinata barocca della Basilica di Nostra Signora di Bonaria, a Cagliari, viene trasformata in una quinta cinematografica, e la serata diventa una kermesse che, dal 1996 al 2003, viene trasmessa da Telemontecarlo-Stream e dalla Rai. Intanto le realizzazioni delle Sorelle Piredda vengono scelte da Miriam Makeba (indossava un loro scialle quando cantò davanti a Giovanni Paolo II nel Concerto di Natale) e poi da Noa, Melba Ruffo, Gabriella Carlucci, Federica Moro, Barbara Chiappini, Letizia Moratti, Franca Ciampi, Maria Grazia Cucinotta.
Dalla Sardegna all’alta moda (dal 1999 al 2002 con Altaroma) il passo è veloce, poi arrivano l’ingresso in Confindustria e nell’Aidda, l’Associazione italiana delle donne direttrici d’azienda, che conferisce loro il premio Teofilatto. L’atelier Sorelle Piredda partecipa a manifestazioni come La notte della Moda a Palermo e nel 2005, in collaborazione con l’Istituto per il Commercio con l’Estero, fa sfilare i suoi modelli presso l’ambasciata italiana di Algeri, al cospetto delle autorità politiche e religiose algerine.
Hanno, inoltre, rappresentato la moda italiana all’Accademia di Osaka, in Giappone. Nel 2006 ricevono il premio Golden curl alla carriera dall’associazione degli italiani in Canada. Il loro impegno più recente, il restauro degli abiti secenteschi di cinque confraternite religiose. Infine, Roma le ha viste sfilare giovedì 8 settembre 06 nell’incantevole scenario dell’Isola Tiberina che sorge nel mezzo del fiume Tevere. In passato luogo di culto per varie divinità e che, tutt’ora, conserva un’atmosfera antica e magica, perfetta per le creazioni delle quattro sorelle.
Ilaria Oriente