Chi può resistere alla tentazione di sedersi ai tavoli di un caffè e scrivere su una moleskine il suo diario di viaggio, prendere un caffè e conoscere viaggiatori di mezzo mondo con cui condividere la strada e le proprie esperienze? Benvenuti nei mitici caffè on the road, ritrovo di backpacker e artisti, scrittori e curiosi. Punti di riferimento delle cronache e dei diari di viaggio dei grandi scrittori di ieri e dei blogger girovaghi di oggi. Ecco i cinque imperdibili indirizzi:
A Istanbul il Pudding Shop. E’ la porta dell’Asia per i backpacker e gli hippy di almeno quattro generazioni. Suoi suoi muri negli anni ’60 e ’70, chi viaggiava verso l’India e l’Afghanistan pubblicava un avviso per cercare compagni di viaggio e partire alla volta dell’Asia. Ancora oggi è un punto di riferimento per chi vuole girare la Turchia e molti lasciano i propri messaggi di amicizia su una bacheca.
A Palmyra il Bagdad Cafè. Sulla strada del deserto siriano tra Palmyra e Damasco, a 172 km dal confine con l’Iraq, questo caffè è diventato in questi anni sempre più popolare tra i viaggiatori. Molti si fermano anche solo per una foto di questo curiosissimo luogo che ricorda e si ispira direttamente al film del 1987 di Percy Adlon, Bagdad Cafè, ambientato nel deserto Mojave in California. Una curiosa coincidenza che ha attratto qui sempre più backpacker tanto da trasformarlo in un vero luogo di incontro on the road.
A Tangeri il Café Hafa. Negli anni Sessanta era il luogo preferito dai poeti della Beat Generation e perfino dai Rolling Stones. Oggi che Tangeri sta vivendo una nuova vita, grazie al recupero della sua Casbah, resta il mito di uno dei posti più alternativi della città. Dove si sono seduti pittori come Henri Matisse e scrittori come William S. Burroughs e Paul Bowles che amava particolarmente questo posto e dai suoi tavoli ha scritto parte dei suoi capolavori, guardando il Mar Mediterraneo dalla terrazza.
A Mumbai il Leopold Cafè. Fondato nel 1871 è da sempre un punto di riferimento per i viaggiatori indipendenti che affrontano la chiassosa metropoli indiana. Oggi è stato reso famoso dal libro "Shantaram" di Gregory David Roberts che ne ha rilanciato l’immagine a livello internazionale. Leos, come lo chiamano i suoi frequentatori, ha un aspetto da caffè francese, un’oasi di pace nel caos della città.
A Città del Messico il Cafè El Popular. Aperto 24 ore su 24 all’angolo con Avenida 5 de Mayo in pieno centro storico, a poca distanza dallo Zocalo, la monumentale piazza della città, è il ritrovo di tutti: dai turisti ai nottambuli, da chi esce dai locali a chi vuole mangiare anche a ore improbabili. Nella gigantesca capitale messicana, uno dei posti più autentici dove può capitare di conoscere gente da mezzo mondo, prendendo un caffè alle quattro del mattino.
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