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Ha una voce allegra Valentina Nervi, romana di ventinove anni che, dopo aver seguito un corso di moda a Londra, si è laureata all’Istituto Europeo di Design. Ma la sua cordialità non deve trarre in inganno: la ragazza ha le idee chiare e lo si capisce subito. Ecco come, con grande energia, ci ha spiegato la sua linea d’abbigliamento (in vendita da Coin e in selezionati store italiani) e l’importanza di un tessuto ecosostenibile.
Come nasce l’idea di Powerstock Apparel?
Dopo la laurea mi sono tasferita in Spagna per quasi sei anni, dove ho lavorato, tra gli altri da Custo Barcellona. Con loro sono rimasta per quasi quattro anni. Fino a che un giorno Carlo Brancati, che aveva appena realizzato il Powerstock Festival (evento di musica elettronica che si è tenuto sotto ad un parco eolico con Moby, Planet Funk e Klaxons ndr), mi ha chiamata per realizzare la linea di abiti collegata al marchio. L’idea mi intrigava, così ho lasciato Custo e sono tornata in Italia.
La pala eolica simbolo della linea è anche una dichiarazione ben precisa…
Esatto: tutti i tessuti sono ecosostenibili, il marchio è focalizzato sull’ecologia, sia per la scelta dei tessuti che per i trattamenti. Usiamo tinture naturali e tutti i procedimenti rispettano l’ambiente. Nella linea Basic forse si nota meno, ma per la Premium (dieci pezzi sia da uomo che da donna, che per il momento sono solo stati presentati alle sfilate) mi sono ispirata alle farfalle e agli scarabei. Studiando le forme delle ali di questi insetti, ho ricavato i tagli dei tessuti. Non ci sono stampe, proprio perché così i procedimenti di tintura sono naturali.
Nel catalogo online si trovano molti colori scuri, nonostante si tratti di abbigliamento estivo…
La linea ha sfilato a ottobre, per questo ho scelto la gamma di colori scuri, ma poi ogni capo ha tre o quattro varianti di colore, soprattutto tonalità pastello. Trattandosi di una linea basica, ci tenevo che ci fossero i colori scuri.
Mi sembrano capi molto semplici da indossare, adati sia a ragazze giovanissime che a trentenni o giù di lì…
Quando si vuole fare un basico non ci si deve limitare solo a una fascia d’età. Inoltre, per la natura stessa della collezione, cerco di sensibilizzare un po’ tutti: l’ecofashion non è più solo la polo o la maglietta, ma anche un capo moda originale.
I tessuti organici sono anche più salutari per la nostra pelle?
Sicuramente al tatto un cotone organico è più piacevole, ma di solito non è un discorso di allergie. Il punto è che, nel momento in cui ci troviamo ora, possiamo riuscire nel nostro piccolo a fare qualcosa per l’ambiente. Quello dell’ecosostenibilità è un discorso che va fatto sotto tutti i punti di vista.
Tu credi che ci saranno presto nuove possibilità per la ecofashion?
Già adesso ce ne sono molte. Molte marche stanno proponendo la loro linea sostenibile. Si vede dalle fiere del tessuto: mentre prima noi stilisti trovavamo pochi stand con gamme limitate di tessuti ecosostenibili, ora a Parigi c’è un padiglione intero che si occupa solo di questo tipo di tessuti. Significa che c’è richiesta.
In sostanza, che significa acquistare un capo ecosostenibile?
Significa favorire una produzione che inquina molto meno. Si parte da una fibra naturale e che non subisce trattamenti chimici, quindi per realizzare il capo non si inquina. E al giorno d’oggi questo è fondamentale.