Nonostante sia un Orco somiglia a molti uomini in circolazione. Di Shrek abbiamo apprezzato il lato tenero e comico e, in questo quarto ed ultimo capitolo, Shrek e vissero felici e contenti (titolo originale “Shrek Forever After”), anche le sue doti di perfetto uomo di casa. Il film ci presenta la famiglia contemporanea, fatta di piccole difficoltà e gioie quotidiane, in cui la comunione di intenti di due genitori alle prese con ben tre ‘orchetti’ aiuta a rendere la fatica più leggera.
Ma Shrek è come molti uomini, e a lui, proprio come a loro, questo tipo di vita può non bastare, o peggio, può far sentire in trappola, causando un tragico rimpianto per la vecchia vita da scapolo. La temuta crisi di mezza età è in agguato, e là dove avevamo apprezzato la bravura dell’Orco nelle faccende domestiche subentra lo sconcerto nel vedere che “tutti sono uguali” e che anche lui cederà alle lusinghe di una vita diversa. Naturalmente, trattandosi di un film d’animazione rivolto a tutti, il lieto fine è scontato, e il nostro eroe capirà che tutto ciò che desiderava lo aveva già. Cosa non troppo prevedibile per gli uomini in carne ed ossa, desiderosi di vivere un ultimo guizzo di una giovinezza oggi troppo osannata.
Stavolta personaggi marginali nei precedenti capitoli assumono ruoli importanti, come Tremotino, colui che fa vivere a Shrek l’avventura che lo porta in un universo parallelo, “Far Far Away”, in cui lui non esiste e in cui tutto è andato a gambe all’aria. L’effetto è immediato, ciò che non ha più è la sola cosa che adesso desidera, e allora Shrek fa di tutto per tornare a quella che considerava la sua vita noiosa, priva di avventura. Conquistare un bacio di vero amore della sua Fiona – che in questa parte del mondo neanche lo conosce – è il solo modo per tornare indietro, così come era stato un bacio a liberarla dalla sua prigionia.
Il film, nelle sale italiane dal 28 agosto (ma una piccola anteprima è stata presentata al Giffoni Film Festival 2010) e disponibile anche in 3D, è diretto da Mike Mitchell e riconferma gli stessi doppiatori delle opere precedenti.