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Premio Rodolfo Valentino a Meryl Streep

Nella splendida cornice di Poltu Quatu un premio alla carriera straordinaria di Meryl Streep

Meryl Streep
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Il premio Rodolfo Valentino è ormai tra i più prestigiosi premi a cui un personaggio del mondo del cinema può ambire: come il divo pugliese a cui il premio si ispira, dal 1972 i prescelti dalla giuria di questo riconoscimento rappresentano una rosa di veri e propri “divi assoluti”, senza tempo, da Elizabeth Taylor a Steve McQueen, da Sophia Loren a Alain Delon, da Jeremy Irons a Claudia Cardinale.

Questa tendenza è stata confermata in pieno nell’edizione 2010, svoltasi per la seconda volta nella splendida cornice di Poltu Quatu, in Sardegna. La regina assoluta della serata è stata Meryl Streep, che potrà aggiungere anche la statuetta raffigurante Valentino nei panni del “Figlio dello Sceicco” alla valanga di premi e riconoscimenti ricevuti nel corso di una carriera che non ha mai conosciuto battute d’arresto: basti solo ricordare i suoi due Oscar vinti e al suo record di candidature (ben 16) alla statuetta, l’Orso d’Oro, il Leone d’Oro, i due David di Donatello… insomma, un palmares che non ha rivali nella Hollywood contemporanea.

E in questo ultimo periodo è stata l’Italia a premiarla con maggiore frequenza: solo pochi mesi fa Maryl era stata a Roma per ritirare il Marc’Aurelio d’Oro alla carriera nel corso del Festival del Cinema della capitale. Al lunghissimo applauso che ha accolto la sua premiazione, la Streep ha risposto con una vera e propria dichiarazione d’amore per la Sardegna e l’Italia: “Porterò con me questo applauso – dichiara – Amo l’Italia, la Sardegna. Qui sono stata in luna di miele trent’anni fa, in un campeggio all’Isola Rossa. Ed è qui che con mio marito abbiamo concepito la nostra prima figlia”.

In occasione di un premio alla carriera, alcune delle domande dei giornalisti si sono inevitabilmente rivolte allo sfolgorante percorso artistico dell’attrice, che da più di trent’anni eccelle in qualsiasi tipo di ruolo. Quattro di registi scomparsi, ad esempio, che dichiara di aver amato di più, per il loro talento e la loro grandezza umana, che smussava gli spigoli del loro inevitabile egocentrismo: Robert Altman, Sydney Pollack, Alain Pakula e Karel Reisz. E dopo la fortunata collaborazione con la regista Phyllida Lloyd, che l’ha diretta per il surreale musical “Mamma mia!” del 2008, la Streep potrebbe accettare la proposta della regista che vorrebbe, secondo il magazine “The Hollywood Reporter”, dirigerla presto in un biopic su Margareth Thatcher

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