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Francesca Woodman: una retrospettiva

Una rara occasione per poter ammirare le foto di uno dei talenti più rimpianti del Novecento

Francesca Woodman, Then at one point I did not need to translate the notes; they went directly to my hands

La folla di ragazzine che si immortala compulsivamente ogni giorno e condivide, con il resto del mondo, le proprie foto tramite flickr (il più importante sito web per la condivisione di fotografie) ha l’obbligo di conoscere Francesca Woodman.

Lei, già negli anni Settanta, era un’adolescente mossa dal desiderio di impugnare una macchina fotografica per scoprire il mondo e se stessa. A guardare oggi le sue foto non sembra passato tanto tempo, sono decisamente attuali, forse perché le ossessioni di un’adolescente sono sempre le stesse. Eppure il modo di descrivere ciò che la circondava, e soprattutto se stessa, è maturo, a volte persino crudele. Il suo corpo e il suo viso, sempre parzialmente celato, non sono mai idealizzati, come una piccola Frida Khalo, ce ne mostra le imperfezioni, e proprio per questo appare come lei: umana, viva, sofferente.

La mostra che inaugura il 16 luglio a Milano, al Palazzo della Ragione, permette di scoprire tutto il fascino della fotografa adolescente, scomparsa a soli 22 anni. Il titolo dell’esposizione è semplicemente il nome della fotografa, “Francesca Woodman”, perché si tratta di una grande retrospettiva, 116 fotografie e 5 video (o più che altro frammenti di video, realizzati dall’artista stessa, e che ci mostrano il suo modo di lavorare), che ripercorrono la sua breve ma intensa carriera.

Le fotografie presentate nell’esposizione sono organizzate in modo da ripercorrere la sua biografia tramite i luoghi in cui visse, come il  Colorado, Providence, Roma. Ma le città non sono essenziali, i luoghi privilegiati sono quelli naturali, in completa sintonia con l’essere umano, ma anche interni domestici, spesso decadenti.

Tra le opere spicca l’installazione “Swan Song”, per la prima volta presentata in Italia. Si tratta di cinque enormi fotografie realizzate a Providence nel 1978, esposte così come lei stessa aveva deciso: ad altezze diverse, anche vicino al soffitto o molto in basso (in contrasto con la logica corrente delle esposizioni, che vuole, come altezza usuale, quella degli occhi dello spettatore) in modo da creare un flusso del racconto personale.

L’esposizione, curata da Marco Pierini e da Isabel Tejeda è realizzata dal Comune di MilanoCultura e da Civita, in collaborazione con SMS Contemporanea di Siena, l’Espacio AV di Murcia (Spagna) e l’Estate di Francesca Woodman di New York.

Dal 16 luglio al 24 ottobre
Palazzo della Ragione
Piazza Mercanti
Milano

Orari:
Da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30
Lunedì dalle 14.30 alle 19.30
Giovedì dalle 9.30 alle 22.30

Biglietti:
Intero 8,00 euro
Ridotto 6,50 euro

Per ulteriori informazioni:
www.mostrawoodman.it

Didascalia opera:
Francesca Woodman,
Then at one point I did not need to translate the notes; they went directly to my hands,
Providence, Rhode Island, 1976
stampa alla gelatina d’argento

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