Prendere un calzascarpe, la frase “prima o poi cambio vita”, il personaggio “Paola o Paolo Franti, insegnante di danza”, 48 ore a disposizione, shakerare tutto in un bicchiere di un genere cinematografico prestabilito e mandare giù in quattro o sette minuti. Questi sono gli ingredienti per partecipare al 48 Hours Film Project. Festival nato a Washington DC nel 2001, e che in una città cinematografica come Roma non poteva che trovare un terreno molto fertile.
Siamo giunti infatti alla quarta edizione italiana e l’adesione è sempre stata molto alta. Di certo i gruppi di filmaker che partecipano all’iniziativa sono tentati di testare le loro capacità: è indubbiamente arduo il compito di girare un cortometraggio in due giorni, senza sapere precedentemente quale genere ti toccherà per sorteggio, quale oggetto dovrai necessariamente utilizzare, quale personaggio dovrà farne parte e quale sarà la linea guida, condensata in una frase.
I risultati sono sempre molto altalenanti, si assiste a prove di altissimo livello, a veri e propri colpi di genio, magari scaturiti proprio dal fatto di dover lavorare con tanta urgenza, ma ci sono anche filmati molto deludenti, intrisi di clichè e frasi fatte. Bisogna riconoscere che confrontarsi con un genere magari molto lontano dalla propria poetica non è per niente semplice, ma la sfida risiede proprio in questo.
Delle 60 squadre iscrittesi al concorso solo 44 sono riuscite a consegnare in tempo il materiale, e hanno così avuto la possibilità ad assistere alla proiezione pubblica del loro lavoro presso il cinema Aquila di Roma nei giorni 7, 8 e 9 giugno. La giornata finale del 10 giugno prevede la proiezione di tutti corti presso l’Aula Magna del Rettorato della Sapienza, con un pieno di cinema da capogiro, e la premiazione dei vincitori in serata.
I premi assegnati saranno molti, ma solo il vincitore del Miglior Cortometraggio 2010 avrà la possibilità di volare in America per partecipare alla finale mondiale a cui concorrono i rappresentanti di tredici paesi, per tentare di aggiudicarsi il titolo di Best 48 Hour Film of 2010. Col passare degli anni l’iniziativa prende sempre più piede, sintomo della voglia di esprimersi e di riuscire a trovare spazio in una fabbrica del cinema che purtroppo lascia poche possibilità ai nuovi talenti di affermarsi.