Tra le parole chiave del turismo targato III millennio “responsabilità” è una delle più rilevanti. Finita l’epoca del viaggiatore “ingenuo” e “ignorante” quello moderno è un turista informato e cosciente che vuole contribuire al sano sviluppo dei luoghi che visita.
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Non a caso ultimamente si parla spesso di Voluntourism, crasi rappresentativa di questo mix di diversione e impegno civile che caratterizza un nuovo modo di viaggiare. Ma sbaglia chi si immagina a questo punto vacanze spartane con lavori forzati perché il voluntourism si sta diffondendo in alcune delle mete più belle del mondo con attività tutt’altro che noiose e faticose: un esempio fra tutti può essere quello delle favolose Maldive dove due resort della Six Senses hanno introdotto tra le loro offerte anche un pacchetto destinato al turismo responsabile.
D’altra parte l’arcipelago delle Maldive, che con i suoi 26 atolli e 1.190 isole costituisce una cinta di 820 km che si estende da nord a sud dell’equatore a sud ovest dello Sri Lanka, è tra i più impegnati nell’espansione di questa tendenza che per esso rappresenta condizione stessa di esistenza. Chi non conosce infatti il penoso problema della morte dei suoi coralli, a causa proprio di un certo turismo “irresponsabile”?
Per questo il governo locale ha stabilito una serie di regole, che non riguardano solo i vacanzieri ma anche gli stessi abitanti, per evitare il barbaro sfruttamento del suo meraviglioso habitat naturale, come la filosofia “un’isola, un resort”, il divieto che l’area edificabile dell’isola superi il 20% della sua superficie e che l’altezza delle costruzioni vada oltre la misura dell’albero di palma più alto. Attenzione dovuta se si ha presente la bellezza delle Maldive: una miriade di isole (di cui solo 202 sono abitate), lagune e lingue di terra circondate da una distesa di acqua dalle innumerevoli sfumature di blu.
Qui circa 3.000 anni fa vi furono i primi insediamenti umani con i viaggiatori sulla rotta della Via della Seta, e qui oggi prolifica un melting pot di culture con influenze che vanno dall’Africa Orientale all’Asia Meridionale. Qui ci si abbandona all’immensità dell’oceano e alla profondità degli abissi, scoprendo specie animali e vegetali oltre ogni immaginazione. Qui si entra in contatto con una gioviale popolazione ancora dedita alla produzione di prodotti artigianali come i manufatti in legno laccato dell’isola di Thulhaadoo, i tappeti (Thundu Kunaa in dhivehi, la lingua parlata in tutto l’Arcipelago) che le donne ricavano dalle alghe essiccate al sole e i dhoni, le imbarcazioni tipiche un tempo fatte con legno di cocco.
E qui si può contribuire al futuro delle Maldive anche grazie alla formula dei due resort (il Soneva Gili nell’atollo North Malè e il Soneva Fushi di Baa Atoll) che dal 1 giugno al 12 ottobre per gli ospiti di soggiorni di 5 giorni che partecipano ad attività comuni per almeno 5 ore al giorno prevedono 5 notti in più in omaggio, per un totale di 11 giorni. Per attività comuni si intende: conservazione marina, particolarmente adatta agli amanti dello snorkeling che imparano le tecniche di recupero delle barriere coralline e la salvaguardia della specie a rischio degli squali; insegnamento ai bambini della scuola sulla cultura e la geografia occidentale; piantare gli alberi per incrementare l’assorbimento della CO; raccolta differenziata e riciclo; sviluppo delle entrate locali per diminuire l’importazione di prodotti e cibi dall’estero.
Un’esperienza in grado di rendere una “fuga” alle Maldive oltre che romantica, divertente e rilassante davvero unica.
Informazioni utili
Ente di promozione turistica Maldive
www.visitmaldives.com
Six Senses
www.sixsenses.com
Voluntourism
www.voluntourism.org