IT non è solo un clown da paura o un pronome in inglese e nemmeno ha a che fare con il nostro Paese, formato sigla internazionale. Infatti, IT, (ad essere precisi ICT) è l’acronimo di Information and Communication Technology che, per esteso, significa tutto ciò che ha a che fare con elaborazione e comunicazione di informazioni via digitale. Insomma, tutto ciò che comunica e funziona in bit. Domanda: può l’Information Technology, disciplina fondamentalmente scientifica, combaciare con concetti di etica ed ecosostenibilità?
In questo senso, Informatici Senza Frontiere, è esemplare: per loro, l’accesso alle tecnologie dell’informazione è prerequisito essenziale allo sviluppo economico, sociale e democratico di ogni Paese. Si tratta di un’associazione senza fini di lucro che crede nella sostenibilità dell’ICT come mezzo per dare libertà ai soggetti più deboli. Tra i progetti di ISF, non solo accesso alle tecnologie (carceri, ospedali nostrani e nei Paesi in via di sviluppo) ma anche alfabetizzazione informatica e sviluppo di software open source, per assottigliare il digital divide e dare uno stop allo spreco: quello che nei Paesi sviluppati è infatti ritenuto hardware obsoleto, per altri è preziosa risorsa.
Proprio su questo si basa la pratica del Trashware, cioè recupero e riassemblaggio di vecchi pc per allungarne la vita o, se fuori uso, ridargliene una nuova. A proposito, qui il sito di coordinamento per chi fa trashware e c’è poi Rigeneriamoci, progetto tutto italiano nel nome della salvaguardia dell’Ambiente. Rigeneriamoci si occupa infatti di assistenza, consulenza e acquisto di pc rigenerati, stampanti e fotocopiatori eco, ed è attivo nella diffusione di informazioni sul come essere eco – tech. Gli obiettivi? Più che etici: riduzione di e-Waste e costi, educazione al riciclo e creazione del valore del rifiuto.
Il baratto, antica forma di scambio “economico”, è un’altra idea ecosostenibile e solidale che in qualche modo ha a che fare con l’ICT. Infatti, se avvenisse online? Consumo intelligente e riciclo creativo sono a portata di click per Zerorelativo, la prima community italiana di scambio, riuso, baratto, riciclo ed ecosostenibilità online, dove l’oggetto diventa moneta.
Infine, l’intelligenza collettiva si fa online con due social network degni di nota: ideaTRE60, che si dedica alla realizzazione di iniziative innovative di pubblica utilità, sociali ed ambientali (dalla green economy, all’adozione a distanza di una mucca); Progetto Kublai, per creativi (ma non solo), promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e gestito da Invitalia per offrire supporto e consulenza a idee creative e innovative in settori come arte, cultura, moda, comunicazione, design, sociale.