Si é appena concluso il World Mobile Congress, che la scorsa settimana ha portato nella capitale catalana il gotha della telefonia mobile mondiale. I 1300 espositori installati nel recinto di Montjuic hanno deliziato con le loro offerte ipertecnologiche piú di 47000 visitanti, che hanno affollato i saloni della Fira (fiera) di Barcellona.
Un evento riservato ai professionisti del settore e ai veri aficionados dell’hi tech (il biglietto d’ingresso sfiorava i 600 euro). Protagonisti della kermesse, alcuni storici colossi del settore come Nokia, Motorola e Samsung, affiancati dalla nuova generazione, rappresentata dall’Iphone e dalle nuovissime proposte di Microsoft e Google. Tra le proposte piú innovative del congresso, la proposta della Wholesale Applications Community, una alleanza tra 24 degli operatori telefonici piú importanti del mondo (tra di essi Vodafone, Wind e Telecom Italia) tesa a sviluppare una piattaforma aperta di applicazioni per smartphone.
Ma la vera rivoluzione é stata la presentazione della 4G, la quarta generazione di reti mobili, e di alcuni prodotti ad essa collegati che saranno di dominio pubblico solo tra alcuni mesi. Il sistema attuale, la cosiddetta terza generazione, ha come standard la tecnologia UMTS (che soppiantó il GSM): la quarta generazione prevede un potenziamento degli standard attuali (connessioni piú veloci, applicabilitá su diverse bande di frequenza) grazie ad una copertura di rete dedicata, e prende il futuristico nome di Long Term Evolution (Lte).
Visto il grande successo di questa prima edizione del World Mobile Congress, l’esperienza si ripeterá nei prossimi due anni, per la gioia delle imprese di servizi che gravitano intorno alla Fira (piattaforma economica costituita negli anni ’30 e attualmente presieduta dal sindaco della cittá, Jordi Hereu) e dell’esercito di precari che si mobilitano in queste occasioni nelle vesti di camerieri, hostess, promoter.
Quello dei congressi é infatti uno dei business ancora fiorenti nel contesto economico di una cittá che in quasi tutti i settori é stata colpita dalla recessione economica. E per molti giovani e meno giovani disoccupati, quello in fiera é uno dei lavori precari piú agognati.
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