C’è una tradizione che in Francia non ha mai smesso di rinnovarsi e di questa tradizione Parigi detiene il primato indiscusso. Stiamo parlando della vita di bohème, quella che oggi i francesi chiamano “bobo”, dove il termine deriva dalla contrazione delle parole “bourgeois” e “bohème”. A Parigi bobo sta ad indicare una categoria di persone di estrazione generalmente borghese, dedita a quella vita di bohème fatta di incontri culturali e di scambi legati alla sfera artistica. I bobo sono tanto gli studenti, quanto gli artisti e i “creativi” di vario genere attenti alla produzione d’avanguardia.
Se in passato la vita di bohème era legata alla zona di Saint Germain e di Montparnasse e ai loro mitici caffé letterari, le nuove zone mondane di Parigi sono oggi dislocate più in periferia, in quei quartieri detti “gentrificati”: si tratta di ex quartieri popolari che hanno assistito ad una rivalutazione economica ed architettonica e che oggi ospitano locali alla moda, atelier e residenze artistiche. Con l’allargamento del perimetro della città, queste zone che prima erano ai margini, tornano ad essere appetibili per nuovi investimenti edilizi.
La “gentrification”, termine coniato da Ruth Glass nel 1964, sta a sottolineare una riconversione che è innanzitutto culturale. Generalmente i primi a trasferirsi in questi quartieri sono gli artisti, storicamente pionieri, attratti dai prezzi bassi e dalla possibilità di affittare atelier e spazi espositivi a cifre contenute. Seguono gli studenti, in cerca di abitazioni abbordabili in un contesto già rivitalizzato dalla compresenza degli artisti. Questo processo innesca nuove istanze di vita comunitaria, generando dunque una rivalutazione economica e semantica.
Una delle zone indiscusse dello “sfoggio” bobo è Belleville, dove la vita di bohème si manifesta nei tanti spazi espositivi, artistici ed artigiani e nel grande fermento sociale che invade strade e locali. Tra le decine di bar sorti come funghi in questi ultimi anni, “Le Folie” è senz’altro quello più bobo di tutti: inizialmente frequentato solo dagli abitanti del quartiere, pur mantenendo lo charme e l’arredamento di inizio secolo, oggi questo “café” ospita una tale quantità di giovani, da rendere spesso impossibile la ricerca di un misero tavolino in cui sorseggiare un aperitivo.
Spostandoci di poco, ma rimanendo sempre ad est della città (quadrante bobo per eccellenza), si arriva ad Oberkampf, altro quartiere gentrificato, in completa trasformazione. Tra le miriadi di locali e ristoranti che si susseguono, salta all’occhio un’enorme edificio Art Nouveau, noto come “Maison de Metallos”. In quella che fu storicamente la sede della federazione dei metalmeccanici parigini, oggi è ospitato un enorme polo culturale che comprende cinema, teatro, sale espositive e ristorante/caffetteria. Questa meravigliosa fabbrica, mirabilmente riconvertita, rappresenta un po’ l’emblema del passaggio da una dimensione operaia, ad una nuova “modalità bobo”.
Per completare questa breve rassegna dobbiamo citare il Comune di Montreuil, un ex – enclave industriale situata alle porte di Parigi, ma facilmente raggiungibile con la metro. Montreuil vanta un tessuto sociale eterogeneo, dove la massiccia presenza di immigrati si fonde armonicamente con i nuovi protagonisti dell’economia cittadina. Anche qui sono arrivati artisti, artigiani, nuovi centri culturali ed uffici zeppi di colletti bianchi. Oggi Montreuil ospita il nuovissimo Teatro di Arte Drammatica di Parigi e la Fiera Internazionale dell’Editoria per i Giovani. Per ammirare la vitalità di questo quartiere, consigliamo una puntata a “Le Bistrot du Marché”, luogo di osservazione privilegiato, situato proprio accanto al coloratissimo mercato di Croix de Chavaux.
Belville, 20° arrondissement
Metro Belleville (linea 2, 11)
Obekcampf 11°arrondissement
Metro Obekcampf, Saint Maur (linea 9, 3)
Comune di Montreuil
Metro Croix de Chavaux (linea 9)