Si legge spesso di bellissime modelle o attrici scelte da importanti organizzazioni internazionali come “ambasciatrici” per promuovere progetti umanitari in giro per il mondo. A volte il reale impegno delle nuove ambasciatrici si limita a sporadiche donazioni o a foto con bambini in qualche martoriato angolo di mondo. In altri casi però, questi riconoscimenti sono vissuti con molto impegno da chi accetta di mettere la sua notorietà al servizio di cause umanitarie.
E’ questo il caso di Tasha de Vasconcelos, modella e attrice, recentemente nominata dal presidente della Commissione Europea Josè Maria Barroso come ambasciatrice per le cause umanitarie in cui è da tempo impegnata l’Unione Europea. Tasha non è assolutamente nuova a impegni di questo tipo, tutt’altro. Si può invece affermare che la bellissima modella quarantaquattrenne ha coltivato, nel corso della sua carriera, con eguale intensità la sua vena più glamour e mondana e quella più impegnata e altruistica.
Nata nel 1966 in Mozambico (all’epoca colonia portoghese) da padre portoghese (discendente di una delle più antiche famiglie aristocratiche della madrepatria) e da madre britannica (anche lei di origini aristocratiche), Tasha ha vissuto soltanto la prima infanzia in Africa. Costretta a fuggire a causa delle lotte anticoloniali che condussero il suo paese all’indipendenza, Tasha arriva adolescente in Canada, e qui studia relazioni internazionali alla University of British Columbia, specializzandosi in seguito a Parigi in “Strategie Internazionali”. Parallelamente ai suoi studi Tasha inizia la sua avventura nel mondo della moda, un’avventura che la conduce a New York: le sue fotografie appaiono sulle copertine di Vogue, Elle, Tatler, per campagne pubblicitarie di Calvin Klein, Balenciaga, Dolce&Gabbana e molti altri. Sulle passerelle sfila perLacroix, Dior e Yves Saint Laurent.
Tasha inizia molto presto a prestare non solo il suo volto e la sua notorietà, ma anche il suo impegno attivo a iniziative umanitarie: dopo alcune missioni speciali per il Nelson Mandela Children Fund in Sudafrica, l’UNICEF l’ha nominata Ambasciatrice di buona volontà, prima per i bambini in Bolivia e poi per quelli vittime di guerra in Algeria. E’ tornata nel suo Mozambico per una campagna contro l’AIDS promossa dall’agenzia ONU UNAIDS e nel 2006 ha creato una sua organizzazione, AMOR – Aide Mondiale Orphelins Réconfort, che ha ricevuto il sostegno del Principe di Monaco e della casa di moda Louis Vuitton. L’impegno con l’Unione Europea giunge dunque a coronamento di un percorso ormai più che decennale: il segno che il mondo della moda non è necessariamente lontano da quello “reale” e dai suoi problemi più gravi