In un periodo interessato da grandi cambiamenti c’è sempre il rischio che qualcuno voglia trarne profitto, declassando ad esempio un’azione di tipo sociale a pura manovra di mercato a suo favore. Questo fenomeno si intensifica e risalta ancor di più quando le finanze interessate sono di ingenti proporzioni, come nel caso di una ricostruzione su scala urbana.
Berlino, come tutti ben sanno, ha subìto una delle più grandi ricostruzioni urbane del nostro tempo. Dopo la seconda guerra mondiale questa città ha dovuto fare i conti con un tessuto urbano che somigliava ad un formaggio svizzero, causa i bombardamenti abbattutisi sulle zone del centro abitato. Quando la situazione sembrava riappacificarsi, ecco che il fantasma della guerra fredda fa il suo ingresso trionfale nella capitale tedesca. Questo spettro si palesò con il famigerato muro che divideva la città da un capo all’altro, rallentando e, in molte zone del centro, bloccando ogni possibile ricostruzione dell’antica struttura. Per ventotto anni quel muro ha reso terra di nessuno un’ intera fascia del centro, rendendo gli agglomerati prossimi al muro simili a periferie degradate, anche se un tempo parte del centro storico della città.
Oggi, a vent’anni dalla caduta di quel simbolo di divisione che ha fatto la storia di questi luoghi, la città sembra rinascere sotto nuovi propositi e grandi ambizioni. Ma è proprio questo che spaventa i berlinesi più avveduti, consci del fatto che in questi ultimi vent’anni non è andato proprio tutto liscio.
La più grande ripresa urbana della storia recente è, anche in questo preciso istante, ancora in atto. In un enorme giro di soldi come questo è difficile tener sott’occhio i profittatori, o quelli a cui non interessa il futuro della città bensì quello della loro impresa. Dunque, per evitare altri mostri come Potzdamer Platz o come la recente “O2 Arena” (immane sgorbio blu nei pressi della Eastside-Gallery), gli attivisti della città si coalizzano.
Il progetto Save Berlin ha come base proprio l’informazione. La loro missione è catalogare la condizione attuale della capitale tedesca. Poi l’azione: SaveBerlinFest’09.
Nei giorni del 13, 14 e 15 Novembre, i luoghi della ex-piscina comunale di Wedding vedranno protagoniste le proposte. Concrete risposte alla situazione urbana e sociale odierna. Progetti di architettura e urban planning, mostre fotografiche, pittura, illustrazioni, videoarte, cinema, musica e performance artistiche saranno gli strumenti con i quali questa protesta per salvare Berlino prenderà corpo. Sotto gli stendardi dell’eco-sostenibilità, dell’integrazione sociale e dell’evoluzione intelligente sfileranno le proposte dei giovani che credono nel futuro della città, un futuro fatto non da anonime società immobiliari ma da persone reali, da cittadini.
Una ‘chicca’ per quelli che in quei giorni si troveranno a Berlino: Sabato 14, da mezzoggiorno alle quattro, la vuota vasca dello Stattbad Wedding verrà riempita da un mercatino brulicante di design e produzioni locali e di vintage. Badate: i primi faranno affari migliori!