Da anni, in questo periodo tra ottobre ed inizio novembre, si incontrano folle di gente che, con bandiere e striscioni, vagano per la città sorridenti e fiere ricordando le dimostrazioni del 1989. La velocità con cui Berlino è cambiata negli ultimi 20 anni è a dir poco impressionante. Un incredibile scambio di persone ha avuto luogo sulla scia della riunificazione. 1,7 milioni di Berlinesi hanno lasciato la città, molti dell’Ovest si sono spostati nei sobborghi per costruire le loro future case. In cambio, circa due milioni di neo cittadini hanno ripopolato la rinata e fiorente capitale. Quartieri interi, come quello di Potsdamer Platz o il distretto governativo, sono stati interamente ricostruiti su terreni una volta di nessuno.
Ancora più rapidamente di quando fu costruito, il muro fu demolito quasi del tutto, con tipica efficienza tedesca, appena dopo l’89. Per questo il Senato cittadino ha installato una guida elettronica che traccia il percorso lungo il quale correva il muro. Con suoni, foto e videoclip questo sistema satellitare racconta la storia del tristemente famoso “Berliner Mauer”. Partendo da Bernauer Strasse giù per la Porta di Brandemburgo arriva fino alla East Side Gallery (il tratto di muro più lungo ancora esistente). Inoltre, il tracciato di circa 160 chilometri che rendeva la vecchia Berlino Ovest una sorta di isola nella RDT (repubblica democratica tedesca), è dal 2006 uno splendido ed interessante percorso ciclabile che mostra la bellezza della natura appena fuori di una metropoli di 3,5 milioni di abitanti.
I festeggiamenti per l’anniversario culmineranno in una grande festa della riunificazione alla Porta di Brandemburgo dal 7 al 9 Novembre. L’ex presidente sovietico Mikhail Gorbachev parteciperà all’evento così come la Staatskapelle Berlin (Orchestra dell’Opera di Berlino) sotto la direzione del grande maestro argentino – israeliano Daniel Barenboim. Infine, una particolare performance artistica farà cadere a catena mille pezzi di domino alti due metri e mezzo dalla Potsdamer Platz fino alla Porta di Brandemburgo come simbolo della “rivoluzione pacifica” e della caduta del muro di 20 anni fa.
La reazione del nuovo popolo di Berlino ai cambiamenti che in questi ultimi anni si susseguivano senza soluzione di continuità è varia come lo sono le proprie origini. I giovani abitanti della capitale sono seriamente impegnati nelle attività di promozione di una visione mutlietnica e non globalizzata. Pronti a dimostrare il loro disappunto per le strade ad ogni segno di oltraggio nei confronti dei diritti del cittadino, queste persone sono l’anima della Berlino di oggi. Un vero e proprio esempio da prendere a modello per i giovani che in Italia (come in altri Paesi) sembrano rassegnarsi incapaci al corso delle vicende politiche.