Nella storia della medicina il termine cervello ha subito diverse variazioni di significato. A questo, non sempre sono corrisposti adeguamenti del linguaggio comune, creando gran confusione. Sembrerebbe strampalato e paradossale, ma quando si dice cervello, non si sa bene a cosa ci si riferisca, occorre specificare. Forse le parti del sistema nervoso centrale racchiuse nel cranio? Allora si dovrebbe più propriamente parlare di encefalo. Per di più, la comunità internazionale medica non concorda nemmeno sulle traduzioni linguistiche e dove, per esempio, si crede che in inglese brain voglia dire “cervello”, si cade in un equivoco: significa encefalo.
Con tutta questa confusione, viene il mal di testa, ma almeno qualcosa è chiaro: se nemmeno la scienza sa bene come parlare di cervelli, figuriamoci la tv!
Ecco forse perché gli autori di serie cult che inchiodano i telespettatori agli schermi, ne sono così attratti. Il risultato è davanti ai nostri occhi: misteri del cervello e medici sono i temi ricorrenti all’interno dei palinsesti. E piacciono, eccome!
I canali del bouquet di Sky abbondano di personaggi i cui cervelli (o quelli con cui hanno a che fare nelle puntate), sono assoluti protagonisti e spesso, si tratta di medici.
Il tris d’assi è presto detto: Dr. House – Medical Division, In Treatment e Medium.
Le tecniche diagnostiche del Dr. Gregory House (Hugh Laurie), sono ben note, non solo perché è partita la 6° stagione della serie (in onda su Fox ogni lunedì alle 21, mentre la 5° è in chiaro ogni giovedì in prima serata su Canale5), o perché si tratta di una delle serie tv più seguite di sempre, ma anche per la sua grande qualità in termini di contenuti, tanto essere stato premiato, ad oggi, con due Golden Globe, tre Emmy Award e il prestigioso Peabody Award.
Le indagini mediche di Dr. House si tingono sempre di giallo e diventano quasi investigazioni alla Sherlock Holmes, le cui ricerche hanno per soggetto i sintomi delle malattie, mentre la soluzione ne è la diagnosi.
Arguto, intelligente, intuitivo, dal talento unico, il protagonista (con bastone e cervello da copyright), riluttante al camice bianco dà spunto a elucubrazioni di natura filosofica, etica e religiosa relativa ai campi della medicina e della deontologia medica. Robe da strizzacervelli.
Già gli strizzacervelli, immaginati sempre chiusi nei loro studi retrò, con il ficus benjamina all’angolo, assorti a prendere appunti sul taccuino, alle spalle del paziente di turno. Invece, non è così, almeno in un caso, quello di In Treatment su Cult: qui, la domenica sera alle 21, s’aggira lo psicanalista più sexy della storia, il Dr. Paul Weston, che ha il volto di Gabriel Byrne. Un dottore che del cervello e i suoi misteri, ha evidentemente fatto il proprio mestiere.
Informale nei modi e nello studio in cui pratica (ma con immancabile pianta d’appartamento), il Dr. Weston è un uomo apparentemente solido e sereno, marito e padre. Ma, nel corso della prima serie e ora nella seconda appena partita, il suo cervello sembra vacillare e alla razionalità subentrano emotività e coinvolgimento alle vicende dei suoi pazienti. Allarme rosso, dottore, non si fa!
Ogni puntata della serie è incentrata sulla seduta di uno dei 5 pazienti che ha in cura, dalle personalità molto diverse fra loro e che, a turno, snocciolano i loro dilemmi.
Riassumendo, anche qui ci sono un medico e almeno 6 cervelli, più tutti quelli dei telespettatori.
Anzi, tra questi, coloro che credono nei poteri terapeutici della tv, sappiano che online c’è il forum-concorso, “Parlami”, promosso dalla rivista Psychologies con In Treatment, in cui, parlando on line dei propri problemi, si può essere estratti e vincere un weekend a Parigi per 2 persone. Robe da matti.
Infine, cosa di più arzigogolato e misterioso del cervello di una donna? Quello di Allison DuBois (Patricia Arquette) è addirittura da record. Allison, nella nuova serie Medium (su FoxLife, la domenica alle 21), è una donna e madre che ha scoperto di essere in grado di fare dei sogni premonitori e di tenere contatti con il mondo dei defunti. Una rivelazione che le sconvolge la vita.
Allison non sarà un medico, ma è un cervello che vale citazione, e poi, prevedere il dramma che minaccia qualcuno e poter intervenire in tempo, è a dir poco terapeutico!