Da un po’ di tempo a questa parte nelle classifiche dei dischi più venduti, o meglio più ascoltati, è possibile trovare dei lavori di musica “classica” tra album pop, rock e di elettronica. I giovani si stanno riavvicinando a questo genere musicale che, con Ludovico Einaudi prima e Giovanni Allevi poi, anche in Italia è stato portato a livello d’ascolto del popolo; giù dal piedistallo ideale della cultura “snob-ile”.
All’inizio di quest’anno una classifica sul conosciutissimo mensile tedesco de:bug riportava come miglior album scelto dai lettori “recomposed”, di Carl Craig e Moritz von Oswald. Partendo da brani culto, come ad esempio il “Bolero” di Maurice Ravel, i due artisti della techno, rispettivamente di Detroit e Berlino, sono riusciti appunto a “ricomporre” una sinfonia tutta nuova e con grande successo.
Atri DJ techno del calibro di Jeff Mills, insieme con la Montpellier Orchestra, o Ritchie Hawtin, in live con la Sinfonica di Catalugna al Sonar ’05, avevano provato ad unire due mondi così agli antipodi come la musica classica e la techno odierna. Secondo la filosofia del cerchio si potrebbe dire che l’universo musicale è semplicemente ad un punto di ricongiunzione: “tutto si ripete”.
In molti pensano che la musica contemporanea, per sfuggire al vicolo cieco in cui la si crede, troverà nell’origine e cioè nella classica, come anche nelle percussioni, la sua via di uscita. Questa tendenza è chiaramente leggibile nel modo di vivere dei giovani che a Berlino riempiono sempre di più le sale da concerto cittadine. Per sfuggire allo stress che è parte ormai della vita di tutti, l’ascoltare melodie ancestrali che dipingono paesaggi campestri del ‘600 non può fare che bene all’animo. Per non parlare dello spettacolo offerto dai luccicanti ottoni ed i veloci archetti che in una perfetta coreografia seguono l’espressivo direttore d’orchestra.
Qui è appena cominciata la stagione concertistica. Con la MusikFest09 si apre a Berlino un anno di Classica. In questa corniche settembrina abbiamo esibizioni nella Konzerthaus, nella Kammermusiksaal e naturalmente alla Philharmonie Berlin. Collettivi tra i più importanti al mondo, come la London Philharmonic Orchestra o la Chicago Symphony Orchestra, dirette dai loro maestri eccellenti, ed ovviamente i padroni di casa della Berliner Phylharmoniker con la direzione sperimentale del giovane Gustavo Dudamel e il favoloso Ensamble Glorious Percussion.
Insomma, se non si vuole seguire la massa che si raggruppa in oscuri club underground o rumorosi bar affumicati, si puo sempre fare un salto nel passato della musica. I luoghi dove è possibile ascoltare musica classica sono vari. Le sale di stato riconosciute sono consigliate per il livello acustico più che eccellente oltre che per le architetture illustri che vanno dalla settecentesca Staatsoper in Unter der Linden fino agli anni Sessanta della pentagonale e asimmetrica Philharmonie di Scharoun vicino Potzdamer Platz. Una nota sul look: non è obbligatorio vestire da gala, anzi è consigliata una mise sobria se non si vuole risultare stranamente fuori luogo.
Kool è anche l’itinerante iniziativa Yellow Lounge che da anni propone il misto electronica-classica colorando di luce diversa e riempiendo di suoni insoliti anche luoghi dark come il Berghain, tempio della techno nella Berlino di oggi.
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