Si apre nella capitale il Romaeuropa Festival, la prestigiosa kermess culturale rivolta alla creazione artistica contemporanea. Per 4 mesi, dal 23 settembre fino al 2 dicembre, verranno presentati al pubblico alcuni fra i migliori artisti della scena contemporanea internazionale. Quest’anno il nome del festival è "Pulsazioni culturali" , un incoraggiamento a cogliere in maniera positiva il fermento artistico che ci circonda, in aperta controtendenza con il momento di crisi e di tagli finanziari.
L’obiettivo del festival è d’altronde sempre stato quello di avvicinare la creazione artistica ad un pubblico vasto e variegato, abbattendo le barriere tra cultura "alta" e "di "massa". In questo senso il festival guarda con interesse a tutte le manifestazioni artistiche in grado di trasmettere uno sguardo interessante ed originale sulla contemporaneità. Le coraggiose scelte operate dalla fondazione Romaeuropa nella programmazione dell’evento, rifiutano le tendenze estetiche pre-confezionate, privilegiando il confronto tra visioni e linguaggi e dando al pubblico la possibilità di orientarsi liberamente, sviluppando il proprio senso critico.
Dall’hip-hop alla musica elettronica, dalla reinterpretazione del balletto classico europeo a quella delle antiche coreografie del medio e dell’estremo oriente, il festival suggerisce uno sguardo cosmopolita che si apre verso India, Giappone, Stati Uniti ed Israele.
I numeri parlano chiaro: 300 gli artisti invitati, 72 i giorni di programmazione, 26 i paesi europei coinvolti attraverso accademie, istituti di cultura e ambasciate. Un’imponente operazione culturale che riflette il prestigio acquisito negli anni dalla fondazione Romaeuropa.
Il programma è fittissimo e capace di soddisfare ogni più remota curiosità culturale, stimolando al tempo stesso l’incontro tra popoli e civiltà. Accanto all’esibizione di nomi più noti come il regista teatrale Peter Brook, la compagnia Societas Raffaello Sanzio, il dj e musicista Amon Tobin e l’orchestra di Piazza Vittorio, si avvicenderanno le produzioni indipendenti della scena teatrale italiana dei Muta Imago e dei Santasangre, passando per gli antichissimi spettacoli di teatro giapponese reinterpretati da Nomura Mansaru, fino ai concerti sciamanici dei Nomadi dell’Asia Centrale.
Grazie allo scrupoloso percorso di ricerca adottato dalla fondazione, il festival, da momento centrale della produzione culturale, diventa semplice catalizzatore di esperienze e relazioni che si sono sviluppate altrove. I due poli culturali su cui poggia questa sperimentazione sono il Romaeuropa Webfactory, nella sua nuova sede dell’opificio Telecom Italia, situato nel complesso industriale riconvertito dell ‘ex gasometro di viale Marconi, ed il Teatro Palladium. Nel primo caso si tratta di progetto congiunto tra la Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia, per raccogliere e sviluppare stimoli provenienti dalle nuove forme d’arte, generate o veicolate attraverso il web; il teatro Palladium, rappresenta invece un vero e proprio laboratorio culturale attivo ed un’officina sempre aperta, nella quale si cerca mettere in pratica un modello alternativo di produzione culturale basato sulla condivisione delle esperienze.
Come ogni anno, anche l’edizione del 2009 promette di riservare molte sorprese. Dunque mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo.