Un fiume di gente ha visitato quest’anno la 53^ Esposizione Internazionale d’Arte organizzata dalla Biennale di Venezia. Dopo più di un secolo di storia (la prima edizione data il 1895), la manifestazione d’arte contemporanea che ha luogo a Venezia si conferma uno dei più importanti appuntamenti dell’arte internazionale, premiata da un consistente afflusso di pubblico: più di 200 mila visitatori hanno affollato i luoghi delle esposizioni e i padiglioni dedicati ai paesi partecipanti dal 7 giugno di quest’anno, quando la Biennale d’Arte è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
L’edizione numero 53 della Biennale d’Arte, intitolata “Fare Mondi”, è stata affidata alla direzione di Daniel Birnbaum, curatore, critico e giornalista svedese che, fresco di nomina nell’aprile di quest’anno, aveva dichiarato di voler “esplorare linee di ispirazione che coinvolgono diverse generazioni e illustrare sia le radici che i rami che crescono verso un futuro non ancora definito”. “Fare Mondi” collega dunque in un continuum concettuale le diverse sedi espositive del Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini), recentemente restaurato, e dell’Arsenale, riunendo più di novanta artisti provenienti da tutto il mondo. Il titolo della Biennale d’Arte di quest’anno vuole suggerire il potere creativo dell’arte che, espressione del genio e dell’ispirazione del singolo artista, diventa un importante tassello per costruire il mondo (o meglio, i mondi) che tutti abitiamo, fornendo coordinate per interpretare il nostro tempo e anticipando direzioni future, “nuovi inizi”, nelle parole del direttore.
Tra gli artisti premiati dalla giuria, presieduta da Angela Vattese e composta, tra gli altri, dallo studioso postcoloniale Homi K. Bhabha e dal critico d’arte Jack Bankowsky, ricordiamo il Leone d’Oro assegnato al tedesco Tobias Rehberger e il Leone d’Argento per l’artista emergente più promettente conquistato dalla giovane svedese Nathalie Djurberg.
Il Padiglione Italia all’Arsenale, che quest’anno ha inglobato negli spazi dell’ex Padiglione Italiano un nuovo edificio, ha costituito una delle principali innovazioni della 53^ edizione della Biennale. Lo spazio, curato da Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice, ospita la mostra “COLLAUDI. Omaggio a F. T. Marinetti”, il padre del futurismo italiano. Gli oltre venti artisti che hanno partecipato all’allestimento sono stati selezionati dai curatori con uno sguardo particolare alla generazione dei quarantenni, con alcune proposte più giovani e qualche maestro indiscusso, tutti chiamati a interpretare l’unica vera avanguardia artistica italiana del ‘900.
Gli amanti dell’arte avranno ancora due mesi di tempo per visitare la Biennale, che chiuderà le sue sale il 22 novembre prossimo, si spera con un ulteriore record di affluenze.