Attore, regista, sceneggiatore, scrittore e ‘animale da palcoscenico’, a 38 anni Ethan Hawke è sicuramente più un grande artista che una superstar. “Nella vita ho tanti rimpianti – confessa l’attore – ma nessuno di questi ha a che fare con la mia percezione pubblica. Io non sono George Clooney, sono solo io. Quando sei giovane a volte provi diverse personalità. Tutti lo fanno. Ma se sei giovane e la gente ti scatta le foto, a volte le cose peggiorano. E poi… non sono più bello come una volta!”.
Noi lo incontriamo a Venezia, in occasione della presentazione Fuori Concorso di “Brooklyn’s Finest”, poliziesco che segna il ritorno dell’attore su un set di Antoine Fuqua dai tempi di “Training Day”. “Il fatto che con Antoine avevamo già lavorato insieme è stato un grande vantaggio. E poi si trattava nuovamente di un film sullo stesso argomento: penso che la bellezza del poliziesco consista nel fatto di essere l’unico genere che ti permette di fare film sulla gente vera. Un film che intrattenga e allo stesso tempo parli di argomenti politici come la povertà o il crimine. Questo mi emoziona tanto”.
In Training Day, lei e Denzel Washington vi aggiravate nella vera giungla di Los Angeles. Brooklyn’s Finest, invece è girato proprio in alcune aree dell’inferno newyorchese. Cosa si impara in questi luoghi?
"Mi dà l’opportunità di incontrare persone e avvicinarmi a loro. Su quei luoghi ho conosciuto gente molto aperta con me: gli piacevo subito e, anche se non mi conoscevano, mi parlavano. Ricordo che quando giravamo “Training Day”, lo studio pensava che Antoine fosse pazzo perché insisteva a girare a South Central L.A. e a Watts. La gente non capiva perché sarebbe stato importante e, quando è uscito, tutti parlavano di quanto vero e autentico fosse il film. Sapevamo che dovevamo fare lo stesso anche questa volta, e Antoine sa come farlo: conosce la gente, conosce la polizia, ha dei collegamenti, ma soprattutto la conoscenza, la passione e il cuore per farlo".
Parliamo del suo personaggio in questo film, cosa l’ha attratta del ruolo?
"Mi ha toccato molto, perché è un uomo in lotta col suo ego e con il suo orgoglio. E poi conta anche chi manda lo script. Non sono sicuro che avrei potuto fare lo stesso ruolo in “Brookly’s Finest” per un altro regista. Il modo in cui Antoine crede in me, proprio per il nostro lavoro in “Training Day”, ha fatto sì che questo film prendesse vita".
Non solo recitazione, ma anche regia. Il suo ultimo film da regista risale al 2006. Ha voglia di cimentarsi nuovamente dietro la macchina da presa?
"Girare “L’amore giovane” è stata un’esperienza incredibilmente energizzante. Ho iniziato a fare l’attore a 13 anni e per tutta la mia carriera ho sempre cercato di emozionarmi facendo altre cose. Adoro ancora immensamente recitare, ma so che ho bisogno di altre esperienze nella vita per farlo bene. Ogni volta che finisco di girare, me ne vado pensando che non girerò mai più nulla e torno ad innamorarmi della recitazione. Succede sempre".
Parliamo dell’Ethan Hawke più romantico: secondo lei “Prima dell’alba” e “Before Sunset” sono stati tra i punti più alti della sua carriera? E si rende conto dell’impatto che questi film hanno avuto sulla gente?
"Quei film mi stanno tanto a cuore. Sono stato insieme a Julie Delpy co-sceneggiatore del secondo e credo che ogni tanto ci sia la possibilità di fare un film che sia molto sperimentale ma che funzioni. Il secondo è girato in tempo reale, è una cosa molto rara nel cinema. Hanno un’aria di improvvisazione e li ho fatti con persone che amo molto, quindi sono speciali per me e mi rende felice che possano avere un impatto emotivo anche nelle altre persone".
Prima di andare, ci dica: vedremo mai un terzo episodio con Jesse e Celine?
"Sapete, sarei sorpreso se non facessimo un altro film. La domanda è quando e come, e c’è un problema con le aspettative. All’inizio nessuno le aveva, mentre adesso cercare di incontrare il gusto del pubblico è sempre più difficile. Ma abbiamo un paio di idee".