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Nippon – Barcelona

Nippon mania… è proprio il caso di dirlo. Nella città catalana, spuntano locali giapponesi ad ogni angolo di strada.

Parasole giapponese
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Non che prima non ce ne fossero, ma nel giro di pochi mesi si è scatenata la nippon-mania e i ristoranti giapponesi DOC sono aumentati, offrendo moltissime possibilità di gustare dell’ottimo sushi insieme agli altri squisiti piatti come tempura, udon, pesce e carne cucinati in modo sublime.

Di posti ce ne sono molti, a cominciare dal carissimo e impeccabile Shunka (c/Sagristans,5  tel.+34 934 124 991), accanto alla Cattedrale del Barrio Gotico, dove la cucina è aperta alla sala, offrendo uno spettacolo unico della preparazione dei piatti che già da solo ripaga il portafoglio, passando a Yamadori (c/Aribau,68  tel.+34 934 539 264) nell’Eixample Esquerra, tipica locanda giapponese a due piani, con pareti e arredamento in legno e la possibilità di mangiare nella sala tatami, seduti a terra come da tradizione. Entrambi dotati delle caratteristiche tendine all’ingresso, in lingua originale ,occidentalizzato Noren, segno inconfondibile di qualità e autenticità dei sapori del Sol Levante.

Sì, perché pare che in Giappone, il Noren venga esposto a indicare che il locale è aperto al pubblico (e venga tolto pochi minuti prima della chiusura per far desistere i clienti ritardatari intenzionati ad entrare); il perché del suo utilizzo, si dice possa trovare origine dal voler proteggere i negozi dal sole e dalla polvere, ma più probabilmente si tratta di una questione pratica: sembra non sia altro che una sorta di tovagliolo comune, conducendo inevitabilmente a pensare che più sporco è il Noren, più frequentato – e quindi più buono – è il ristorante. Qualunque sia la reale spiegazione, un ristorante giapponese con quelle graziose tendine al suo ingresso acquista certamente un’aria pittoresca che invoglia ad entrare.

Inutile dire però che, come la pizza nasce italiana e poi cambia nazionalità e autenticità soltanto per una questione economica e di costume, anche il sushi e la cucina giapponese in genere trova, nel suo momento di maggior popolarità, una lista interminabile di imitazioni. E’ il caso del cosiddetto “Buffet giratorio” o semplicemente “Buffet libre”, ristorante a prezzo fisso dove ci si può rimpinzare a prezzi davvero concorrenziali, di una incredibile varietà di pietanze.

Questi posti si spacciano per ristoranti giapponesi, ma sono in effetti gestiti da cinesi e i cibi variano dal sushi e sashimi ai vari tipi di noodles, i ravioli al vapore di tutte le forme e ripieni. E’ come quando da piccoli si andava alla festa di compleanno del compagno di scuola: arrivati davanti al tavolo delle patatine e dei panini rotondi (indimenticabili), gli occhi brillavano e gli stomaci si preparavano a fare incetta di cibo. Nei ristoranti pseudo-giapponesi la sensazione è la stessa. C’è la possibilità di scegliere tra carne, pesce crudi e verdure e farseli cucinare nel wok o alla piastra, oppure riempirsi il piatto con i cibi già preparati, accuratamente tenuti in caldo. E’ impossibile poter dare un’idea della quantità e tipologia dei piatti disponibili, è una giostra multicolore. Per finire tanti dolci e frutta, esotica e non, con leeches immancabili fruttini cinesi e curiose gelatine di sapore irriconoscibile e confezioni con illustrazioni manga.

Un buon pout-pourri di cucina orientale mescolata con quella occidentale… se un giapponese entrasse in uno di questi ristoranti avrebbe sicuramente da ridire sulla provenienza delle ricette, ma a tutti i numerosissimi avventori sta bene così. Finché si può riempire lo stomaco a prezzi del genere, nessuno si chiede nulla, all’arrembaggio sui vassoi e si salvi chi può!