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Cortney Tidwell fa il bis

La cantante statunitense coglie nel segno con sperimentazioni shoegaze e voce glassata.

Cortney Tidwell

La cantante di Nashville dopo 2 anni di studio è tornata con l’album “Boys” e la curiosa introspezione: “Sembra ci sia una decisa mancanza di ragazze nella mia vita. È iniziato tutto quando ero piccola: ero ossessionata dalla musica e dal rock in particolare. E il rock era sparato a tutto volume dai ragazzi, mentre alle ragazze non interessava così tanto. Loro mettevano su band e parlavano di musica ed era tutto quello che volevo davvero fare anch’io. E oggi è ancora così: ragazzi ovunque io guardi. Ne ho perfino dati alla luce due”.

Da qui nasce l’album “Boys” con la City Slang Records/Cooperative Music, un lavoro in cui Cortney Tidwell si discosta dal bagaglio country del debutto “Don’t Let Stars Keep Us Tangled Up” andando ad indagare nuovi paesaggi. Subentrano sonorità shoegaze e dream pop, mentre il country si incupisce con tracce gothic.

Dall’incipit di “Solid State” le 11 tracce sembrano fluire come una unica, ipnotizzando e trascinando tra incursioni noise, stratificazioni di chitarre ed una voce disarmante. In “Watusii”, il recente single dalle derive dance, sembra di sentire sperimentazioni alla Radiohead, così come in “Oslo”, in cui il cantato alla Hope Sandoval si fonde con gli strumenti. La voce glassata e rarefatta di Cortney si muove sopra le percussioni implacabili di “17 Horses” e ricorda l’eccentrica Bjork in “Son and Moon”. Un talento che si armonizza perfettamente con gli strumenti che l’accompagnano: le chitarre di William Tyler e Ryan Norris (anche synth) e la batteria di Scott Martin.

Figlia d’arte, giacché la madre era una cantante country ed il nonno parte del Grand Ole Opry, la giovane Cortney, da sempre affascinata dalla musica, mette su un gruppo punk-rock con un’amica, per poi intraprendere la carriera solista. Influenzata da Depeche Mode e Joy Division, così come da Loretta Lynn e Johnny Cash, la forza evocativa di quest’artista statunitense sa rapire, con la capacità di passare da impalpabile a vertiginosamente densa. Nella traccia “Being Crosby”, l’unica con chitarra acustica di “Boys”, duetta con Jim James dei My Morning Jacket, che di lei dice: “Io amo lo stile ed il sound di Cortney, qualcosa di magico e scintillante viene fuori dalla sua voce”.

http://www.myspace.com/cortneytidwell